Giochi tradizionali sardi: quali da giocare in compagnia

La tradizione ludica sarda è molto forte, così com’è forte l’identità di una delle regioni storiche del nostro Paese. Intere generazioni di isolani, infatti, hanno portato avanti giochi antichi, un vero e proprio patrimonio che deve essere conservato e tramandato.


La Sardegna è stata, fin dagli albori della civiltà, un luogo di incontro tra popoli e culture. Per la sua posizione geografica, infatti, è sempre stata attracco per scambio merci e navigazione pur mantenendo, negli anni, sapori e identità di un patrimonio ritrovato anche rispetto ai tanti popoli che l’hanno occupata o solo visitata. Persino nei giochi, quelli della tradizione, ha messo insieme singolarità e memoria portando avanti una sua declinazione precisa. Vediamo insieme alcuni giochi tradizionali.

 

Il primo è la trottola sarda detta anche “sa bardunfula”. Si tratta di una trottola di legno con una punta di metallo. Il gioco consiste nel farla girare, in strada o su una superficie liscia, per più tempo possibile. Una variante del gioco è quella sì di farla girare ma all’interno di un cerchio senza farla uscire fuori.

 

La murra è, forse, il gioco sardo più conosciuto tra tutti. Questo è un gioco antichissimo, praticato in molti paesi del Mediterraneo, e consiste nel mettere insieme due giocatori che, uno di fronte all’altro, pronunciano un numero e contemporaneamente mostrano un numero con le dita. Lo scopo è quello di indovinare la somma delle dita che sono esposte dall’avversario. Il gioco, però, è incalzante e parecchio aggressivo. Per questo motivo è vietato nei luoghi pubblici e si può giocare solo in occasione di sagre e feste.

 

La lotta sarda (chiamata “sa istrumpa”) è una forma di lotta simile alla greco-romana o al sumo. Ci sono delle prese codificate che consentono a uno dei due contendenti di sbilanciare l’altro facendolo cadere a terra. Questo gioco, spesso praticato nelle feste legate all’agricoltura, rappresentava un momento molto competitivo tra i giovani.

 

Il biccus, noto anche come cinque pietre, vede cinque piccoli sassi, appunto, che devono essere lanciati per aria e poi ripresi in sequenza (prima uno, poi due, poi tre, ecc.). Una variante di questo gioco tradizionale è ritornata, prepotentemente, di moda negli ultimi tempi, grazie a Squid Game 2, famosissima serie tv coreana, che ha riportato in auge la versione coreana (che si chiama Gong-Gi).

 

La campana sarda, detta “su tirone”, consiste nel tracciare una sorta di scacchiera con un gessetto per terra e poi gettare una pietra su una delle caselle saltando su un piede solo per arrivare a raccoglierla. Questo gioco, presente in tutta Italia, in mille varianti, è considerato un gioco tradizionale per bambini.

Il bingo: il gioco più tradizionale tra quelli da casinò

Il bingo ha sempre avuto grande successo, sia nella versione tradizionale che nella sua evoluzione digitale (in trend più che positivo negli ultimi anni). Non possiamo non menzionare, in effetti, parlando della grande risonanza del gioco, il fatto che i siti di bingo online in Italia siano sempre più popolari. Anche in Sardegna il gioco online rappresenta il 62% del totale della spesa per il gioco d’azzardo. Possiamo, dunque, affermare che in  un’isola caratterizzata da un forte senso di memoria, il bingo, che ricorda la tombola, è un gioco molto amato, anche dalle persone più anziane (che in Sardegna sono quasi il 20% della popolazione totale).

 

Quante sale bingo, oggigiorno, sono presenti sull’isola? Al momento sono presenti 4 sale bingo fisiche attive, ne abbiamo due nella provincia di Cagliari e due a Sassari. Un numero decisamente basso, significativo di quanto i siti bingo online vadano per la maggiore rendendo il gioco più diffuso e presente grazie a pc e applicazioni per smartphone. Pensiamo, comunque, sia importante ricordare che, in Sardegna, ci sono poche grandi città e tanti piccoli paesi in cui non sono aperte sale giochi. Per questo motivo, l’uso di piattaforme di bingo online ha permesso, anche a coloro che si trovano in centri poco abitati, di poter inserire il gioco nel quotidiano, senza l’ansia di cercare un posto dove giocare lontano da casa.

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