«Apprendiamo con grande preoccupazione che la linea operativa sembra essere quella di abbattere intere mandrie anche in assenza di capi infetti, qualora risultino sede di un focolaio. Una decisione che, in Sardegna, riteniamo non solo poco applicabile, ma del tutto inaccettabile, per le caratteristiche uniche del nostro territorio e del nostro sistema di allevamento.»
È l’allarme lanciato da Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, che interviene con una presa di posizione netta contro la gestione dell’emergenza sanitaria negli allevamenti isolani.
«Chiediamo con fermezza alla Regione Sardegna – prosegue – di applicare la deroga prevista dai regolamenti comunitari, che consente di adottare misure più flessibili nei territori dove la gestione del bestiame è profondamente diversa rispetto ad altri contesti europei. La Sardegna non può essere trattata come una qualsiasi altra regione dell’UE.»
Sotto osservazione anche il nodo delle vaccinazioni obbligatorie: «Molte delle mandrie sarde si trovano allo stato brado, in territori impervi – spiega Piana – e risulta tecnicamente quasi impossibile radunare e contenere capo per capo per la somministrazione dei vaccini. Chi impone queste misure spesso non conosce la realtà della Sardegna, né le modalità tradizionali di allevamento.»
Sul piano economico e procedurale, il Centro Studi Agricoli incalza: «Serve dichiarare se gli eventuali effetti collaterali verranno riconosciuti e indennizzati, così come serve conoscere fin da subito gli importi degli indennizzi e la tempistica dei pagamenti. Abbiamo da sempre richiesto che almeno il 50% degli indennizzi venga pagato in anticipo, entro dieci giorni dalla presentazione delle domande.»
Piana conclude con un appello alla partecipazione e alla trasparenza: «Chiediamo alla Regione di convocare urgentemente un tavolo di confronto diretto con gli allevatori, non solo con alcune associazioni. Escludere chi rappresenta una parte importante del settore è controproducente. Abbiamo formalmente invitato la Presidente della Regione a un incontro pubblico a Ozieri, per discutere insieme agli allevatori le reali soluzioni applicabili nel rispetto della sanità animale, ma anche della realtà territoriale e sociale sarda.»