I santi Filippo e Giacomo il Minore sono due apostoli strettamente legati nella storia cristiana e ricordati insieme il 3 maggio, poiché le loro reliquie furono deposte nella stessa basilica dei Dodici Apostoli a Roma.
Filippo Apostolo: Originario di Betsaida, la stessa città di Pietro e Andrea, Filippo inizialmente era discepolo di Giovanni Battista e fu tra i primi a seguire Gesù quando questi lo chiamò con la frase "Filippo, vieni e seguimi". Nei Vangeli, specialmente in quello di Giovanni, emerge come un uomo generoso, vicino a Gesù e desideroso di farlo conoscere ad altri. Filippo è presente in momenti chiave della vita di Gesù, come la moltiplicazione dei pani e l’Ultima Cena, dove chiede a Cristo di mostrargli il Padre. Dopo la Pentecoste, secondo la tradizione, evangelizzò le popolazioni degli Sciti e dei Parti, spingendosi fino alla Frigia, dove a Hierapolis fu martirizzato: inchiodato a testa in giù su una croce a forma di X.
Giacomo il Minore Apostolo: Giacomo il Minore, figlio di Alfeo e probabilmente cugino di Gesù, ebbe un ruolo importante nella prima Chiesa di Gerusalemme, diventandone il capo dopo la morte di Giacomo il Maggiore. Fu protagonista nel Concilio di Gerusalemme (intorno al 50 d.C.), dove sostenne la linea di non imporre la circoncisione ai convertiti pagani. È anche tradizionalmente considerato autore della prima delle Lettere Cattoliche del Nuovo Testamento. Secondo lo storico Giuseppe Flavio, Giacomo il Minore fu lapidato tra il 62 e il 66 d.C., anche se questa testimonianza è discussa. Una reliquia di un suo braccio è venerata a Santa Maria in Trastevere a Roma.
Entrambi vissero con Gesù, lo seguirono fedelmente, e dedicarono la loro vita all’evangelizzazione, morendo da martiri. Le loro spoglie furono ritrovate nel VII secolo e collocate insieme nella basilica dei Dodici Apostoli a Roma, dove ancora oggi sono venerate. La loro festa liturgica è stata fissata al 3 maggio, giorno in cui la Chiesa celebra la loro memoria con particolare devozione.
La morte di Filippo e Giacomo il Minore è descritta dalle fonti storiche e dalle tradizioni cristiane in modo distinto e con dettagli diversi.
Filippo: Secondo le fonti, Filippo evangelizzò in Asia Minore, in particolare nella regione della Frigia, a Hierapolis (Ierapoli), città famosa per un oracolo pagano. Qui, dopo molte conversioni, attirò l’ira del proconsole romano, probabilmente a causa della conversione della moglie di quest’ultimo. Filippo fu catturato e martirizzato: fu inchiodato a testa in giù su una croce a forma di X o su un albero, come riportato nelle fonti agiografiche e nella tradizione iconografica. Alcune leggende apocrife raccontano che Filippo scacciò un drago velenoso apparso nel tempio di Marte, ma la tradizione principale sottolinea il suo martirio per crocifissione capovolta.
Giacomo il Minore: Le fonti storiche sono più scarse e meno dettagliate riguardo alla morte di Giacomo il Minore. È spesso identificato con Giacomo il Giusto, capo della Chiesa di Gerusalemme dopo la morte di Giacomo il Maggiore. Secondo lo storico Giuseppe Flavio, Giacomo fu condannato a morte dal sommo sacerdote Anano e morì lapidato intorno al 62 d.C. in Gerusalemme. Alcune tradizioni aggiungono che fu ucciso a bastonate dopo essere stato gettato dalle mura del Tempio. La sua morte è considerata un martirio, anche se le fonti neotestamentarie non ne parlano esplicitamente. Il Martirologio romano conferma che Giacomo "coronò infine il suo apostolato col martirio".
In sintesi, Filippo morì martire crocifisso capovolto a Hierapolis, mentre Giacomo il Minore, probabilmente identificato con Giacomo il Giusto, fu lapidato a Gerusalemme per ordine del sommo sacerdote Anano, secondo la testimonianza di Giuseppe Flavio e la tradizione cristiana.
Filippo e Giacomo il Minore rappresentano due figure fondamentali tra i Dodici Apostoli, testimoni diretti di Gesù e protagonisti della prima diffusione del cristianesimo, la cui vita e martirio sono un esempio di fede e dedizione evangelica.