Fertilia si rifà il trucco. Ma stavolta non è solo una mano di vernice. Con FertiliArt, la borgata sogna in grande: diventare un laboratorio vivente di arte pubblica, cultura e inclusione. Un progetto che il consigliere regionale Valdo Di Nolfo ha spinto con forza, grazie a un finanziamento regionale destinato al Comune di Alghero.
L’idea è semplice (e audace): trasformare Fertilia in un cantiere creativo permanente, un esempio da copiare. Il Centro Commerciale Naturale Fertilia coordina il progetto, con la direzione artistica dell’architetto Stefano Govoni. Ci sono dentro anche il comitato di quartiere “Città di Fondazione di Fertilia-Arenosu”, il Museo EGEA, il Comitato Festeggiamenti San Marco, l’ANVGD, l’Ente Giuliano di Sardegna, la Fondazione Cittadellarte e l’Università di Architettura di Alghero.
«Sono estremamente orgoglioso di questo progetto che coinvolge attivamente Fertilia e i suoi vivissimi comitati: la città di fondazione deve guardare al futuro, come un albero saldo sulle proprie radici ma con le fronde che tendono al cielo per crescere sano e vigoroso», dice Di Nolfo. E rincara: «La visione condivisa è quella di una Fertilia città dell'arte, della cultura e dell'inclusione: tre capisaldi intorno ai quali si svilupperanno le azioni del progetto».
Di Nolfo insiste sul valore identitario: «Le radici identitarie di Fertilia sono salde e vive e c'è grande fermento culturale e artistico. Fertilia è una città di inclusione: gli algheresi, i sardi, fanno dell'accoglienza un principio saldo della propria cultura. Sono felice che FertiliArt abbia avuto il via libera da parte di tutti gli enti e comitati coinvolti».
E chiude con la mano sul cuore (e lo sguardo al futuro): «Ancora una volta la mia attività politica è al fianco della comunità di Fertilia, sono sicuro che lavoreremo benissimo tutti insieme per il bene di Fertilia, della comunità e di tutto il territorio per crescere tutti insieme».
Tra le prime azioni previste: un’installazione ispirata a “Il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, opere site-specific, videomapping sugli edifici abbandonati, performance, eventi, mostre legate alla memoria della comunità e nuovi strumenti digitali per raccontare la storia del quartiere.
Fertilia si prepara a cambiare pelle. Speriamo non resti solo sulla carta.