Quando il carcere fa bene, comunque, alla carriera. È il caso del primario del reparto di Terapia del dolore di Cagliari (ASL, Tomaso Cocco. Fu arrestato nel settembre del 2023 nell'ambito dell'operazione "Monte Nuovo". Presunta struttura criminale di stampo mafioso. Composta da colletti bianchi (tra cui anche l'ex assessore regionale Gabriella Murgia) e elementi della criminalità barbaricina. In tutto 31 persone. Poi diventate 32. Cocco, il giorno stesso dell'arresto, fu sospeso dall'ordine massonico. Incarcerato a Uta. Poi spostato addirittura al carcere dei mafiosi Pagliarelli di Palermo. È stato rimesso in libertà nel marzo di quest'anno.
Nonostante la Procura di Cagliari lo consideri un boss mafioso e responsabile di una lunga serie di reati, il dottor Cocco la scorsa primavera è stato reinserito alla direzione del Reparto di Terapia del dolore. Con delibera del direttore generale della ASL 8, Marcello Tidore (UDC). Incarico a tempo: 6 mesi. Ora il dottor Cocco, presunto boss mafioso, ha ottenuto una proroga di altri tre mesi. Sempre con delibera del 4 novembre 2024. Per consentire la "prosecuzione della attività" della struttura. Che, evidentemente, senza l'apporto del dottor Cocco non potrebbe funzionare. Al bando per l'assegnazione temporanea dell'incarico è pervenuta una sola candidatura. Quella appunto del dottor Cocco. Per questo non si può che augurare al primario, sul piano personale, di poter dimostrare la sua innocenza.
Ed essere reintegrato a pieno titolo nel suo incarico. Ottenuto durante la gestione del Circo Magico di Christian Solinas. Massone pure lui. Anche perché, sinceramente, sapere che un presunto boss mafioso sia stato rimesso tranquillamente nella stessa situazione operativa di primario ospedaliero in cui avrebbe commesso i reati di cui lo accusa la Procura non può che suscitare sgomento. E stupore. Quasi fosse una sfida ai pm che gli hanno lanciato le pesanti accuse. Mario Guerrini.