18ª Tappa Vuelta | Filippo Ganna domina la crono mutilata, Almeida rosicchia 10" a Vingegaard

  La diciottesima tappa della Vuelta si trasforma in un laboratorio del tempo dimezzato. Ancora una volta le proteste condizionano la corsa spagnola. Il cronometro di Valladolid racconta una storia scritta a metà. Quello che doveva essere un esame di 27,2 chilometri contro il tempo si trasforma in una prova da 12,2 chilometri, mutilata dalle proteste che per la seconda volta in questa Vuelta costringono l'organizzazione a ripiegare. Ma il talento puro non conosce distanze: Filippo Ganna vola sui chilometri rimasti e conquista una vittoria che profuma di riscatto italiano. Alle 14:36 Oscar Riesebeek è il primo a sfidare l'asfalto castigliano. Il neerlandese dell'Alpecin-Deceuninck apre le danze di una cronometro che sa già di essere diversa, accorciata ma non per questo meno intensa. La tensione è palpabile: Vingegaard guida la generale con appena 50 secondi su Almeida, mentre dietro si accalcano Tom Pidcock a 2'28" e Jai Hindley a 3'04". Ogni secondo può ribaltare gli equilibri. I primi a scaldare i motori sono Daan Hoole e Ethan Vernon. Il corridore della Lidl-Trek passa al comando del primo intermedio, ma nel secondo settore qualcosa non va: alza il braccio, segno di difficoltà. Vernon ne approfitta e sorpassa il neerlandese campione. È solo l'antipasto di quello che accadrà. Alle 14:54 scatta dalla pedana un missile in lycra: Filippo Ganna. Il campione italiano di Ineos Grenadiers ha fame di vittoria e lo dimostra subito. Al primo intermedio è solo terzo, ma è una tattica: sta studiando il percorso, calibrando lo sforzo. Al secondo rilevamento cronometrico esplode: è lui il più veloce. Davanti a lui, Vernon chiude la sua prova con 2 secondi di ritardo su Hoole, che aveva fatto segnare 13'19"46. Ma quando Ganna taglia il traguardo, i cronometri si fermano su un tempo che fa tremare l'asfalto: 13'00"89. Diciotto secondi e 57 centesimi meglio di Hoole. Un abisso in una cronometro di appena 12 chilometri. Mads Pedersen prova a rispondere. Il danese della Lidl-Trek, leader della classifica a punti, parte benissimo e al primo intermedio fa segnare il miglior tempo.

  Al secondo rilevamento mantiene la leadership, ma con soli 20 centesimi di margine su Ganna. L'ultimo settore, però, appartiene all'italiano: Pedersen chiude terzo, battuto di 20 secondi netti. Rémi Cavagna ci prova con il coraggio del disperato e riesce a infilarsi al terzo posto provvisorio, a soli 27 centesimi dal danese. Stefan Küng, lo svizzero specialista delle prove contro il tempo, non riesce nell'impresa: chiude con 11 secondi e 35 centesimi di ritardo. Nemmeno Jay Vine, che al secondo intermedio aveva fatto sognare con nove secondi di vantaggio su Ganna, riesce a completare l'opera: il campione italiano resiste e vince per 90 centesimi. Quando entrano in scena i protagonisti della classifica generale, ogni pedalata può riscrivere la storia. João Almeida del UAE Team Emirates sa che questa è la sua occasione: nelle cronometro ha sempre dimostrato di valere quanto i migliori. Al primo intermedio passa nello stesso secondo dei primi cinque, segno che il portoghese ha trovato il ritmo giusto. Vingegaard, invece, concede subito due secondi al rivale. Non è un buon segno per il leader della generale. Al secondo intermedio Almeida conferma la sua superiorità: è terzo a sette secondi da Vine, ma soprattutto ha solo due secondi di ritardo da Ganna. Il danese della Team Visma-lease a bike passa a meno di tre secondi dal portoghese, praticamente nello stesso tempo dell'italiano. Almeida chiude la sua prova in 13'08"46, un tempo che lo porta al terzo posto provvisorio. Vingegaard arriva con 13'18"91: dieci secondi di ritardo che potrebbero pesare come macigni. Nella generale, il distacco del portoghese si riduce da 50 a 40 secondi. La corsa si riapre. Anche la lotta per le altre posizioni si infiamma. Tom Pidcock e Jai Hindley si giocano il podio virtuale con grinta, mentre Giulio Pellizzari difende la quinta posizione e la maglia bianca da Matthew Riccitello con una prova solida che gli costa meno di dieci secondi.

  Filippo Ganna conquista la sua prima vittoria di tappa in questa Vuelta, ma il sapore è agrodolce. Come nella tappa di Bilbao, anche oggi le proteste per la situazione in Palestina hanno condizionato la corsa. I manifestanti denunciano il silenzio del mondo occidentale di fronte al massacro di civili palestinesi, mentre Israele continua a partecipare alle competizioni sportive internazionali, a differenza della Russia esclusa per la guerra in Ucraina. La cronometro che doveva essere un esame di maturità sui 27 chilometri si trasforma in uno sprint contro il tempo su una distanza dimezzata. Ganna dimostra che il talento non conosce chilometraggi, ma il ciclismo paga il prezzo di una politica che irrompe prepotentemente nelle competizioni. La vittoria di Ganna non cambia la leadership di Vingegaard, ma avvicina pericolosamente Almeida. Con tre tappe ancora da correre, compresi gli impegnativi arrivi in quota degli ultimi giorni, il portoghese del UAE Team Emirates ha dimostrato di poter impensierire il campione danese. Mads Pedersen consolida la leadership nella classifica a punti, mentre Jay Vine mantiene il comando in quella della montagna. Ma è la generale a tenere tutti con il fiato sospeso: 40 secondi sono un soffio in una grande corsa, soprattutto quando mancano ancora le montagne decisive. Filippo Ganna ha vinto una cronometro spezzata, ma la sua pedalata integra ha illuminato una giornata segnata dalle contraddizioni. Il tempo, alla fine, non mente mai: nemmeno quando la strada si accorcia per colpa di chi protesta contro le ingiustizie del mondo.

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