No, non era mai accaduto, a memoria d’uomo, che il Cagliari avesse in rosa una batteria di giocatori offensivi così numerosa: Belotti, Sebastiano Esposito, Borrelli, Luvumbo, Kiliçsoy, Pavoletti quando si riprenderà del tutto, ma anche Gaetano, Felici e Cavuoti. Una patata bollente, o forse no, per Fabio Pisacane che, settimanalmente, dovrà sobbarcarsi l’onere di scegliere chi mandare in campo. È consequenziale che il Cagliari sia diventata improvvisamente una formazione dallo stampo offensivo, dopo una campagna acquisti-cessioni gestita con criterio dal ds Guido Angelozzi, il quale anche nelle sue precedenti esperienze lavorative aveva stampato il marchio di colui che vuole imbastire una rosa corposa. Tutto da verificare poi se questa impronta offensiva ha una sua effettiva valenza se è vero, come è vero, che nelle prime due partite del campionato la formazione rossoblù è andata in rete una sola volta e per di più con un difensore, Luperto. C’è lavoro per il mister cagliaritano, il quale dovrà ricercare, anche in tempi brevi, gli schemi adatti per mettere in moto questa sorta di macchina da guerra. Partito Piccoli sembrava che la squadra avesse perso la forza offensiva, mentre invece numericamente la situazione dovrebbe essere migliorata e, se le premesse sulla carta verranno rispettate, i bottini personali dovrebbero largamente superare ciò che Piccoli ha fatto in solitudine nella scorsa stagione. La batteria di attaccanti è variegata. Hanno quasi tutti movenze che li differenziano dagli altri. Sebastiano Esposito, ad esempio, pur essendo per sua caratteristica una seconda punta o attaccante d’appoggio che dir si voglia, ha nel suo DNA il colpo risolutore, soprattutto quando si ritrova in area con la possibilità di battere a rete anche con l’avversario in contrasto. Di Belotti le doti di finalizzatore si conoscono fin troppo bene, nonostante l’ex di Palermo, Torino, Roma, Fiorentina, Benfica e Como, ma anche della Nazionale italiana, nelle ultime stagioni abbia trovato effettive difficoltà a confermarsi su valori assoluti. Anche se, a parziale scusante del suo poco esaltante rendimento realizzativo, hanno contribuito una serie di infortuni che lo hanno destabilizzato. L’incognita Kiliçsoy è intrigante: il giovane turco, nel poco utilizzo in Coppa, ma pure negli allenamenti infrasettimanali nel chiuso del Centro Sportivo di Asseminello, ha evidenziato doti interessanti. Sarà da sviluppare con lui un lavoro personalizzato che lo porti ad integrarsi in un contesto completamente nuovo rispetto a quello al quale era abituato. E poi Borrelli e Luvumbo. Il primo, arrivato da Brescia, ha messo in mostra doti innate di lottatore. Non si tira mai indietro se c’è da contrastare ed ha provato anche a rendersi utile in fase di finalizzazione. Di Luvumbo invece si sa tutto: ancora ha difficoltà nel “vedere” la porta, il suo moto continuo provoca un allarme continuo nelle difese avversarie, talvolta riesce a crossare con efficacia, ma è troppo incostante. Mai come nelle ultime trattative di mercato è stato sul punto di cambiare casacca, visto l’interesse del Bologna. Non si è concretizzato ed ora Pisacane avrà il compito di gestirlo alla meno peggio.