17ª tappa Vuelta 2025 | Il sogno di Giulio Pellizzari: primo trionfo da professionista nella tappa regina della Vuelta

  Pellizzari domina sull'Alto de el Morredero nella 17ª tappa. Prima vittoria in carriera per il marchigiano che stacca tutti i big a 3,5 km dal traguardo. L'Italia torna al successo alla Vuelta dopo due anni La pioggia batte sui corridori alla partenza da O Barco de Valdeorras, ma il sole dell'Alto de el Morredero appartiene tutto a Giulio Pellizzari. Il ventunenne marchigiano scrive una pagina di storia conquistando la sua prima vittoria da professionista nella tappa più dura di questa Vuelta, regalando all'Italia il primo successo dopo due anni di digiuno. Alle 17:20 Pellizzari taglia il traguardo in solitaria con le braccia al cielo. Dietro di lui, a oltre trenta secondi, arrivano Tom Pidcock, Jai Hindley, Jonas Vingegaard e João Almeida. Tutti battuti da questo ragazzo che fino a oggi non aveva mai vinto da professionista. La giornata inizia con i soliti movimenti. Diversi tentativi si susseguono nei primi chilometri, finché non si forma un gruppetto di dodici corridori con Brandon Rivera, Antonio Tiberi, Harold Tejada e Joel Nicolau. Un minuto e cinquanta di vantaggio, sempre controllato dalla Red Bull-BORA-hansgrohe. Sul Paso de las Traviesas è Nicolau a transitare per primo, ma la vera battaglia deve ancora iniziare. Al traguardo volante di Almazcara Van Boven precede Roosen, mentre il gruppo principale si avvicina inesorabilmente ai fuggitivi. A ventisei chilometri dal traguardo inizia lo spettacolo. Il gruppo è già decimato, molti perdono contatto prima dell'inizio ufficiale della salita.

  La Red Bull alza il ritmo, il gap scende sotto il minuto. A dodici chilometri dall'arrivo quasi tutti i fuggitivi sono ripresi. Resistono solo Tiberi, Tejada, Samitier e Leemreize, ma hanno i secondi contati. Samitier prova un ultimo attacco disperato, ma venti secondi non bastano contro il treno Red Bull guidato da Giovanni Aleotti. A undici chilometri inizia ufficialmente l'Alto de el Morredero. Felix Gall e William Junior Lecerf perdono contatto. Il gruppo dei migliori si riduce a quindici: Vingegaard, Almeida, Pidcock, Hindley, Pellizzari, Großschartner, Soler, Vine, Jorgenson, Kuss, Tulett, Træen e Riccitello. Pellizzari si porta in testa al gruppetto, ma è Pidcock a rilanciare l'azione. Il ritmo è altissimo, Torstein Træen perde contatto. A quattro chilometri e seicento metri dal traguardo accade l'impensabile: Pellizzari attacca. Non è un movimento disperato, ma un attacco studiato, potente, deciso. Matthew Riccitello prova subito a rispondere, ma il marchigiano ha qualcosa in più. Pidcock lo lascia andare, forse sottovalutando la determinazione del giovane italiano. Hindley prova a fare il ritmo per limitare i danni, ma il gap continua a crescere. Riccitello ci riprova, ma ogni suo tentativo viene prontamente chiuso dall'australiano che con il suo passo agile tiene tutti a debita distanza mentre Pellizzari vola verso la gloria.

  Negli ultimi due chilometri Pellizzari è solo contro il mondo. Il vantaggio sale progressivamente fino a trenta secondi. Dietro, nel gruppetto dei migliori, si guardano tutti: Vingegaard non sembra avere la brillantezza per attaccare, forse condizionato dal vento che soffia sulla salita. Almeida appare in difficoltà. Pidcock prova qualche accelerazione, Hindley controlla, ma nessuno riesce più a impensierire il fuggitivo. Ultimo chilometro: il sogno sta per diventare realtà. A millecinquecento metri dal traguardo ha quasi trenta secondi di vantaggio. È fatta. Giulio Pellizzari taglia il traguardo con le braccia al cielo, il volto trasfigurato dalla gioia. È la sua prima vittoria da professionista, conquistata nel modo più bello: dominando una tappa di montagna in un Grande Giro, battendo tutti i migliori scalatori del mondo. Dietro di lui, Pidcock si aggiudica la volata del gruppo a sedici secondi, davanti a Hindley (diciotto), Vingegaard (venti) e Almeida (ventidue). Riccitello paga altri sei secondi, ma per tutti loro la storia di oggi ha un solo protagonista. Per l'Italia è festa grande. L'ultima vittoria italiana alla Vuelta risaliva al 2023 con Filippo Ganna nella cronometro di Valladolid e Alberto Dainese in volata a Íscar. L'ultima vittoria generale porta la firma di Fabio Aru nel 2015: dieci anni fa. Pellizzari, classe 2003, passista-scalatore professionista dal 2022, era già considerato una delle promesse più luminose del ciclismo italiano. In questa Vuelta difende la maglia bianca di miglior giovane e occupa una prestigiosa quinta posizione in classifica generale.

  La sua vittoria sull'Alto de el Morredero non è solo un successo personale, ma un segnale importante per tutto il movimento italiano. In un momento in cui il ciclismo azzurro fatica a imporsi sui palcoscenici più importanti, Pellizzari dimostra che il talento c'è e che il futuro può sorridere. In classifica generale Jonas Vingegaard mantiene saldamente la maglia rossa con cinquanta secondi di vantaggio su Almeida. Pidcock sale al terzo posto a 2'28", mentre Hindley è quarto a 3'04". Pellizzari si conferma quinto a 3'51", precedendo Felix Gall che conserva il sesto posto per soli due secondi su Riccitello. Ma i distacchi e le classifiche, oggi, passano in secondo piano. Quello che conta è il sorriso di un ragazzo di ventuno anni che ha realizzato il sogno di una vita, regalando all'Italia una gioia che mancava da troppo tempo. Sull'Alto de el Morredero è nata una stella, e il suo nome è Giulio Pellizzari.

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