Paret-Peintre doma il Gigante di Provenza, Pogacar amministra la sua maglia gialla

16ª Tappa Tour 2025 Montpellier – Mont Ventoux. Il francese della Soudal Quick-Step vince sul Mont Ventoux precedendo Healy in una volata al cardiopalma. Lo sloveno e Vingegaard si neutralizzano negli ultimi chilometri

MONT VENTOUX - Il Mont Ventoux non tradisce mai. Nemmeno oggi, nella 16ª tappa del Tour de France 2025, il Gigante di Provenza si presenta docile ai 171,5 chilometri che lo separano da Montpellier. E quando i corridori affrontano i suoi 15,7 chilometri finali all'8,8% medio con punte al 12,4%, la montagna che nel 1967 si portò via Tom Simpson torna a scegliere i suoi eroi e le sue vittime.

La vittoria sorride a Valentin Paret-Peintre, il francese della Soudal Quick-Step che nella volata più improbabile dell'anno batte sul filo di lana Ben Healy, l'irlandese dell'EF Education-EasyPost che sembrava avere in pugno il successo fino a 50 metri dall'arrivo. Terzo Santiago Buitrago, il colombiano del Bahrain Victorious che conferma il suo stato di grazia in montagna.

Ma dietro le quinte di questo finale al cardiopalma, si consuma l'ennesimo duello tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard. Il campione del mondo sloveno e il danese della Visma amministrano con sapienza i loro sforzi, arrivando insieme al traguardo con 43 secondi di ritardo dal vincitore, mantenendo praticamente invariati i distacchi in classifica generale. Pogacar conserva 4'15" su Vingegaard, mentre Florian Lipowitz resta terzo a 9'03".

La giornata inizia sotto il sole di Montpellier con i soliti tatticismi. Per oltre cento chilometri, il gruppo fatica a concedere il via libera agli attaccanti. Nils Politt si improvvisa sceriffo per la UAE Team Emirates, chiudendo ogni tentativo di fuga che possa impensierire la maglia gialla. È una guerra di nervi che si protrae fino a quando un gruppo di 34 corridori riesce finalmente a prendere il largo.

Nella selezione ci sono nomi di primo piano: Pavel Sivakov e Marc Soler per la UAE, Tiesj Benoot e Victor Campenaerts per la Visma, ma anche uomini come Julian Alaphilippe, Enric Mas, Ben Healy e Thymen Arensman. Il vantaggio cresce progressivamente fino a superare i cinque minuti al traguardo volante di Châteauneuf-du-Pape, dove Jonas Abrahamsen della Uno-X si aggiudica i 20 punti in palio.

Quando mancano 15,7 chilometri all'arrivo, il Mont Ventoux mostra i suoi denti. Le pendenze si impennano e immediatamente la fuga si frantuma. Matteo Trentin, dopo aver lavorato per Alaphilippe, è il primo a cedere. Poi è la volta di Jonas Abrahamsen, che saluta dopo aver tentato un colpo di coda disperato.

Restano in cinque davanti: Thymen Arensman, Julian Alaphilippe, Enric Mas, Simone Velasco e il futuro vincitore Paret-Peintre, raggiunto poco dopo da Ben Healy che si porta dietro Santiago Buitrago. È lo spagnolo Mas il primo a tentare la carta dell'attacco solitario, ma il forcing dura poco e ben presto si ricompatta un quartetto di testa.

Nel gruppo maglia gialla, intanto, Sepp Kuss inizia il suo lavoro di cesello per la Visma. L'americano impone un ritmo infernale che fa saltare immediatamente i velocisti e mette in difficoltà diversi uomini di classifica. Simon Yates perde contatto, Felix Gall fatica, Guillaume Martin e Ben O'Connor mostrano segni di sofferenza.

A sette chilometri dall'arrivo arriva il momento che tutti aspettano. Jonas Vingegaard scatta secco, Tadej Pogacar non si scompone nemmeno e gli si incolla alla ruota. È l'immagine che simboleggia questa fase del Tour: il danese attacca, lo sloveno risponde senza apparente sforzo. Dietro di loro, Primož Roglic tenta di limitare i danni insieme a Lipowitz e Oscar Onley.

Tiesj Benoot prima e Victor Campenaerts poi si sacrificano per il loro capitano danese, ma ogni scatto di Vingegaard viene neutralizzato dalla fluidità di pedalata di Pogacar. I due viaggiano appaiati, recuperando terreno sui fuggitivi, ma senza mai riuscire a staccarsi definitivamente l'uno dall'altro.

Davanti, intanto, si gioca la partita per la vittoria di tappa. Ben Healy sembra avere tutto sotto controllo quando nell'ultimo chilometro attacca con la convinzione di chi sa di essere il più forte. Ma ha fatto i conti senza l'olandese Ilan Van Wilder, che si materializza dal nulla per mettersi al servizio del compagno di squadra Paret-Peintre.

Il lavoro di Van Wilder è perfetto: ricuce il gap su Healy e porta il francese in posizione ideale per l'ultimo sprint. Quando mancano 400 metri, l'irlandese ci riprova con un nuovo scatto, ma stavolta le gambe non rispondono come dovrebbero. Paret-Peintre lo affianca e negli ultimi metri lo supera, conquistando il primo successo stagionale e regalando alla Soudal Quick-Step una vittoria prestigiosa.

In casa UAE Team Emirates possono sorridere. Pogacar mantiene la sua leadership senza particolari patemi, anzi guadagna due secondi su Vingegaard nell'arrivo. Il margine resta sostanzioso: 4'15" che sembrano un'eternità in questa versione del Tour dove lo sloveno non ha mai mostrato segni di cedimento.

Dietro, Florian Lipowitz conferma il suo ottimo momento e resta saldamente terzo, mentre Oscar Onley perde qualche posizione scivolando al quarto posto. Primož Roglic si avvicina e ora è quinto a 11'42", ma i giochi per il podio sembrano ormai definiti.

Per Paret-Peintre è la consacrazione definitiva. Il 24enne francese, dopo una carriera costruita spesso nell'ombra, si prende una vittoria che vale una carriera. Sul Mont Ventoux, la montagna che non perdona, ha saputo dosare le forze e colpire al momento giusto. Come insegnano i grandi campioni.

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