È una finale, e come tale, inizia col freno a mano tirato da entrambe le parti. L’Italia però ha un marchio di fabbrica, ovvero la partenza sprint nei primi 10 minuti: 27 punti contro la Serbia e 23 contro la Lituania. Ferrari, Assui e Marangon sono le punte di diamante ma c’è tanto lavoro di squadra. Sugli spalti c’è il solito coro “Lietuva, Lietuva”, che accompagna i baltici a tutti i livelli e a tutte le latitudini. Gli Azzurri però non si scompongono e proseguono il lavoro a testa bassa. Assui e Torresani allungano sul +10 (28-18) al 13esimo e a metà frazione il divario è +12 (32-20). Coach Darius Songaila (campione d’Europa nel 2003 con la Senior e in campo nella celebre semifinale olimpica del 2004 contro l’Italia) le prova tutte per rientrare ma l’Italia compete anche sotto canestro e appena può, punge. Un primo tempo da incorniciare si chiude 42-26 per gli Azzurri (13 punti per Ferrari e 10 per Torresani). 26-19 i rimbalzi.
Ora o mai più: la Lituania rientra in campo e piazza un parziale di 15-4 nei primi 5 minuti della ripresa. Si torna a +5 (46-41) ed è il momento di stringere i denti. Inevitabile il time-out di coach Alessandro Rossi, che comunque sortisce i suoi effetti: gli Azzurri ci sono e non mollano anche se ora il divario è meno ampio. Torresani e Ferrari rimettono l’Italia a +10 (55-45) a due dalla fine del terzo quarto complessivamente chiudono una frazione partita male e sistemata col solito cuore. Gli ultimi 10 minuti ripartono dunque dal 60-48 Italia. Tutt’altro che finita. Rossi spreme tutte le energie dai suoi 8 effettivi e tutti rispondono presente. Anche gli infortunati soffrono con la squadra e la panchina vibra letteralmente.
La tripla di Assui è quella del 71-57 a 5 dalla fine ma è ancora maledettamente presto per esultare. I minuti scorrono e i baltici ci provano ma tutto vano. L’Italia è Campione d’Europa! Ci sono tante storie dietro questa Medaglia. Ci sono quelle di De Martin, Valesin, Zanetti e Airhienbuwa, tutti e quattro infortunati durante l’Europeo e tutti e quattro costretti a guardare la finale dalla panchina. C’è la storia di coach Alessandro Rossi, per tre anni vice allenatore di questa Nazionale (prima di Magro e poi di Galbiati) e che alla prima occasione da head coach sale sul podio. Ci sono le storie personali di una Nazionale che se ne frega delle avversità e anzi, ogni volta riemerge più forte. C’è la storia del Quarto di finale contro Israele: a metà terzo quarto gli Azzurri sono sotto 57-39, passivo pesante ribaltato col cuore e con la testa fino all’89-80 che ha aperto le porte del paradiso. Tante storie che si incrociano per formarne una sola, tutta d’oro.