Al Santissima Annunziata di Sassari il convegno “Nuove frontiere nel trattamento dell’ictus”: focus sull’urgenza e sulla riabilitazione integrata

Si è svolto nei giorni scorsi, nella sala conferenze al settimo piano dell’Ospedale Santissima Annunziata, il convegno “Nuove frontiere nel trattamento dell’ictus. Dalla fase iperacuta alla riabilitazione”, importante occasione di aggiornamento e confronto tra specialisti in neurologia, cardiologia, medicina riabilitativa, infermieristica e urgenza.

L’iniziativa ha richiamato numerosi professionisti del settore sanitario, confermando l’urgenza di un approccio integrato e multidisciplinare nella gestione dell’ictus cerebrale, patologia che ancora oggi rappresenta una delle principali cause di morte e disabilità in Italia.

«Lavoriamo tutti i giorni per migliorare la gestione dell’ictus in Sardegna. L’ictus è tempo dipendente ed è un’emergenza medica che richiede un immediato ricovero in ospedale perché è una delle principali cause di disabilità, demenza e mortalità – ha dichiarato Alessandra Sanna, responsabile scientifica del convegno e direttrice della Stroke unit dell’Aou di Sassari – Questo incontro ha avuto come finalità principale quella di mettere in rete le varie figure che si occupano dell’ictus e, in particolare, di sottolineare una connessione tra ospedale e territorio. Per l’ictus è importante che ci sia una forte collaborazione, appena il paziente arriva in ospedale, fra i vari operatori che si occupano di emergenza-urgenza, il medico del Pronto soccorso, il medico della Stroke unit, il radiologo, il radiologo interventista, l’anestesista e poi, durante la degenza, il fisiatra, il fisioterapista e una volta che il paziente viene dimesso, è necessaria una presa in carico territoriale».

Il convegno è stato aperto dai saluti istituzionali di Mario Palermo, commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Carlo Doria, direttore del Dipartimento di Scienze motorie, neurologiche e riabilitative, e Salvatore Lorenzoni, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Sassari.

Durante i lavori si è discusso delle nuove terapie farmacologiche e interventistiche disponibili nella fase iperacuta dell’ictus, dei percorsi di accesso rapido ai centri specializzati e dei modelli di riabilitazione precoce e personalizzata, capaci di migliorare in modo significativo la prognosi dei pazienti. Nella seconda sessione si è affrontata la gestione della fase acuta e post-acuta dello stroke ischemico, con particolare attenzione alla continuità del percorso dal ricovero ospedaliero al reinserimento nel territorio.

«Si sta per avere un cambio epocale perché da poco è stato autorizzato un nuovo farmaco salvavita che invece di essere somministrato in un’ora, agisce in pochi secondi – ha aggiunto la dottoressa Sanna – Il tempo è fondamentale perché per salvare il cervello bisogna agire tempestivamente. In pochi minuti, in seguito a un ictus, possono essere persi milioni di neuroni, ma se si interviene in fretta si hanno maggiori possibilità che il paziente abbia salva la vita o che abbia una disabilità ridotta».

L’iniziativa si inserisce nel più ampio impegno dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari per la formazione continua del personale sanitario e per la promozione della cultura della prevenzione, del riconoscimento precoce dei sintomi e della tempestività dell’intervento, elementi centrali nel trattamento efficace dell’ictus.

Il convegno ha offerto un’occasione preziosa per condividere esperienze cliniche, aggiornamenti terapeutici e strumenti di intervento all’avanguardia, con l’obiettivo di migliorare ogni fase del percorso di cura e riabilitazione e restituire ai pazienti la miglior qualità di vita possibile.

Dati rilevanti:

  • 17 milioni di eventi ischemici ogni anno nel mondo

  • 200-250.000 nuovi casi annui in Italia

  • 4000 dimissioni per ictus ogni anno in Sardegna

  • Circa 400.000 pazienti con ictus acuto trasportati ogni anno dai servizi di Emergenza-Urgenza

Un quadro che rende evidente l’urgenza di potenziare le reti assistenziali e favorire un approccio condiviso tra ospedale e territorio.

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