C’è chi sui social mostra il piatto del giorno e chi, più coraggiosamente, mostra la propria pelle. È il caso dei pazienti affetti da psoriasi che, in occasione della Giornata mondiale del 29 ottobre, partecipano alla campagna “La vita che ci piace” promossa da Apiafco – l’Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza.
Un post al giorno, un volto diverso. L’idea è semplice e potente: raccontare la normalità di chi convive con una malattia cronica che, pur non essendo contagiosa, resta pesante come uno stigma. “Abbiamo deciso di raccontarci attraverso le foto della nostra quotidianità – spiega Ludovica Donati, paziente e collaboratrice di Apiafco – anche se la verità è che a volte la vita che ci piace diventa quella che vorremmo fare. Ma oggi abbiamo strumenti per combattere e vivere meglio.”
Donati ha trasformato la sua esperienza in un diario digitale, Mypsodiary, dove parla apertamente della sua condizione. “Da quando faccio parte di Apiafco – racconta – ho capito che non ero sola. Ci si sente parte di una comunità vera, dove nessuno deve vergognarsi. L’unione fa la forza e ci permette di far sentire la nostra voce.”
La presidente Valeria Corazza, da anni volto e anima dell’associazione, rilancia con due appuntamenti: oggi alle 18.30 un webinar con il dermatologo Federico Bardazzi del Policlinico Sant’Orsola di Bologna, per affrontare insieme gli aspetti clinici e sociali della malattia; e una conferenza alla Camera dei deputati, dal titolo eloquente: “Psoriasi: riscriviamo l’equità nel Servizio sanitario nazionale”.
“Riscrivere – spiega Corazza – significa farlo insieme, perché da soli non ce la facciamo. Le istituzioni devono riconoscere che la psoriasi non è solo una condizione cutanea, ma una patologia cronica con conseguenze serie, anche psicologiche e cardiovascolari.”
Apiafco offre ai propri soci sportelli psicologici gratuiti, consigli sulla dieta mediterranea, assistenza e informazione sui diritti dei pazienti. In breve: cura e cultura della convivenza con la malattia.
La campagna “La vita che ci piace” non è solo un invito a guardarsi allo specchio senza paura, ma anche un messaggio al Paese: dietro ogni lesione c’è una persona, e dietro ogni persona una vita che vale la pena mostrare, senza filtri né vergogna.