Non è fantascienza, ma Sardegna. A Cagliari le cure palliative arrivano anche a casa, nel mondo virtuale del Metaverso, dove la tecnologia si piega all’uomo e non viceversa. L’Aou di Cagliari è la prima azienda sanitaria italiana a farlo: portare assistenza e sollievo ai pazienti oncologici e cronici senza spostarli dal proprio letto.
Il servizio è stato inaugurato oggi al San Giovanni di Dio: un passo in avanti silenzioso, ma di quelli che cambiano la medicina. All’evento erano presenti Vincenzo Serra, commissario straordinario dell’Aou, Gabriele Finco, direttore sanitario, Francesco Di Costanzo della Fondazione Italia Digitale, Fabrizio Meloni, dirigente comunicazione e relazioni esterne, Maria Cristina Deidda, referente del Day Service di cure palliative, e Andrea Marrucci, amministratore di Future.
L’iniziativa nasce dal lavoro congiunto tra la struttura comunicazione e relazioni esterne, il Day Service di Cure Palliative e i Sistemi Informativi dell’Aou. Due i servizi già attivi nel Metaverso: le consulenze palliative a distanza e la Stanza Multisensoriale Serena, trasposizione virtuale di quella reale già in funzione al San Giovanni di Dio.
Qui, nel mondo digitale, si può fare molto: prenotare visite, pagare ticket, accedere al fascicolo sanitario elettronico o parlare con l’URP. Ma soprattutto, si può trovare sollievo.
La Stanza Serena è uno spazio che riproduce luci, suoni, immagini e profumi del metodo Snoezelen, sviluppato negli anni ’70 nei Paesi Bassi per stimolare la percezione e ridurre stress e dolore. Un luogo che cura l’anima, prima ancora del corpo.
“Gli stimoli agiscono a livello della corteccia – spiega la dottoressa Maria Cristina Deidda – favorendo il rilassamento e riducendo il dolore percepito fino al 40%. È un modo per migliorare la qualità di vita dei pazienti, anche a distanza”.
Per il commissario Vincenzo Serra, l’idea è semplice e rivoluzionaria: “Un progetto tecnologico importante, attuale, che porta benefici concreti migliorando la vita dei pazienti anziani e cronici.”
E se la tecnologia ha spesso la freddezza del metallo, qui si fa carezza. “La Stanza Serena – aggiunge la dottoressa Deidda – è l’idea dell’abbraccio che le cure palliative fanno. Sapere che un paziente può ritrovare serenità senza uscire di casa è un’esperienza profondamente umanizzante.” La medicina più avanzata non è quella che costruisce macchine più potenti, ma quella che riesce ancora a far sentire l’uomo meno solo.