Il Consorzio del Pecorino Romano DOP è volato negli Stati Uniti, nel cuore politico di Washington, per costruire un’alleanza istituzionale con il Congresso americano. Non una battaglia di bandiere, ma di metodo: difendere un prodotto simbolo della Sardegna e dell’Italia da misure tariffarie che rischiano di incrinare un equilibrio economico costruito in oltre un secolo e mezzo di rapporti commerciali.
Guidata dal presidente Gianni Maoddi e dal direttore Riccardo Pastore, la delegazione ha concluso una serie di incontri alla Rayburn House Office Building e alla Cannon House Office Building, sedi in cui si scrivono molte delle decisioni più delicate degli Stati Uniti. L’obiettivo: avviare un dialogo bipartisan con deputati e staff del Congresso per mantenere l’accesso agevolato del Pecorino Romano al mercato americano, senza nuovi ostacoli tariffari.
Il Consorzio – unico nel suo genere ad aver ottenuto un posto all’unità di crisi istituita dal Ministero degli Esteri italiano – siede ai tavoli accanto a colossi dell’industria del vino e dell’acciaio. Un segno di forza, ma anche di maturità politica: il Pecorino Romano non è soltanto un formaggio, è una voce autorevole della diplomazia economica italiana.
“I dazi minacciano un equilibrio costruito in 150 anni di relazioni economiche e culturali tra Italia e Stati Uniti”, ha spiegato Maoddi. “Il Pecorino Romano non ha un corrispettivo produttivo americano: non si tratta di protezionismo, ma di riconoscere una filiera integrata, che genera valore su entrambe le sponde dell’Atlantico”.
Negli ultimi anni, il Consorzio ha investito oltre 7 milioni di dollari nella promozione del prodotto negli USA, sostenendo un commercio dal valore annuo di 170 milioni di dollari. Un’economia che coinvolge produttori italiani, distributori americani e migliaia di lavoratori del settore alimentare. “Il Pecorino Romano – aggiunge Maoddi – è un ingrediente identitario della cucina italo-americana. Colpirlo con dazi non difende nessuno: danneggia sia chi lo produce che chi lo consuma.”
La delegazione ha incontrato membri del Congresso di New York e New Jersey, stati dove il consumo del Pecorino è parte della vita quotidiana delle comunità italo-americane. L’obiettivo è creare una maggioranza trasversale capace di sostenere la revisione delle tariffe, in attesa anche della sentenza della Corte Suprema, che potrebbe ridefinire i poteri in materia economica tra governo e Congresso.
Durante la missione, il Consorzio è stato protagonista della serata di gala organizzata dalla Regione Lazio all’Ambasciata d’Italia per l’insediamento del nuovo ambasciatore Marco Peronaci, alla presenza di oltre seicento ospiti tra cui la ministra Daniela Santanché e il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè.
L’azione diplomatica continuerà nelle prossime settimane con nuovi incontri e studi sull’impatto economico delle misure in discussione. “Difendere il Pecorino Romano – ha concluso Maoddi – significa difendere un modello agricolo sostenibile, una tradizione millenaria e un ponte culturale tra due nazioni che, da sempre, si riconoscono in un piatto di pasta e in un sapore comune.”
Non è solo economia, dunque. È la geopolitica del gusto: quella che passa per le cucine di Brooklyn, ma nasce nelle campagne sarde.