Itinerari culturali nel nord Sardegna a cura di Bruno Lombardi

Complesso nuragico del Palmavera: il respiro eterno della pietra.

C’è un luogo in Sardegna dove il tempo si piega e si trasforma in memoria. Le pietre di Palmavera, scalfite dal vento e dalla salsedine, non sono semplici rovine: sono frammenti di una civiltà che ancora pulsa nel cuore della terra. Qui, tra il silenzio delle antiche mura e il cielo che si specchia nel mare di Alghero, il passato non è un’ombra sbiadita, ma un eco che risuona nel presente. Il nuraghe complesso, nato tra il XV e il IX secolo a.C., si erge come un testimone silenzioso di un’umanità antica che sapeva leggere il cielo e scolpire la terra. 

Le torri, costruite con calcare e arenaria, resistono al tempo, come se il loro spirito fosse più forte della materia stessa. Gli uomini nuragici non erano solo costruttori di pietre, ma narratori di storie incise nella roccia, architetti di un futuro che non avrebbero mai visto, ma che noi oggi possiamo ancora sentire sotto i nostri passi. Nel cuore del sito, la capanna delle riunioni si offre agli occhi di chi cerca risposte. Il suo sedile in pietra, disposto lungo il perimetro, è l’emblema di una società che trovava nella parola e nell’incontro la propria forza. 

Al centro, il modellino di torre nuragica, conservato nel Museo Nazionale Archeologico G.A. Sanna di Sassari, simboleggia il potere, la comunità, l’essenza stessa del vivere insieme. Qui, sotto la volta stellata delle notti mediterranee, un tempo uomini e donne si riunivano per decidere il destino del villaggio. Oggi, noi li immaginiamo, in silenzio, cercando di afferrare il significato del loro mondo, un mondo senza scrittura ma con una lingua di pietra, che ancora ci parla.

 Palmavera era un crocevia di genti, un punto d’incontro tra culture lontane. La vicinanza con il porto di Sant’Imbenia, scalo fenicio, suggerisce che qui si intrecciavano commerci, lingue, idee. Oggi, Palmavera accoglie chi sa ascoltare. Chi cammina tra le sue mura porta via qualcosa di invisibile, un senso di eternità che solo i luoghi sacri sanno donare. Qui, la storia non è solo cronaca: è riflessione, è poesia, è l’impronta dell’uomo sulla terra.

Cultura

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