A tutto spritz: da usanza veneta a simbolo globale dell’aperitivo italiano

Nato per alleggerire il vino bianco con una spruzzata d’acqua frizzante, lo spritz ha percorso un lungo cammino, diventando da semplice abitudine locale a fenomeno globale. Le sue origini affondano nel Nord-Est italiano, dove già nel XIX secolo i soldati dell’Impero austro-ungarico diluivano il vino locale con acqua gassata, abituati a gradazioni più leggere. Da qui il termine “spritz”, dal tedesco spritzen, che significa appunto “spruzzare”.

Ma è negli anni Settanta che lo spritz, così come lo conosciamo oggi, trova la sua formula definitiva: al vino bianco e all’acqua si aggiunge il terzo ingrediente, l’aperitivo amaro, con il caratteristico colore arancio – da allora inscindibile dalla sua identità visiva e gustativa.

Nel Veneto è diventato un rito quotidiano, soprattutto tra i lavoratori, che lo sorseggiano durante le pause o a fine giornata. Ma da semplice pausa conviviale, lo spritz si è trasformato in un emblema del “made in Italy”, capace di imporsi anche sul mercato estero: da New York a Londra, da Berlino a Tokyo, è oggi uno degli aperitivi più richiesti nei locali internazionali.

Il suo successo ha dato origine a blog, rubriche e siti interamente dedicati alla bevanda, dove si raccontano ricette, storie, reinterpretazioni e varianti locali.

Non più soltanto un drink, ma un collante sociale, lo spritz unisce generazioni, città e culture. Dalla Serenissima al mondo, ha saputo mantenere lo spirito originario di convivialità, adattandosi ai gusti del tempo senza mai perdere la sua anima italiana.

Cronaca

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