Arensman domina La Plagne, Roglic crolla: il Tour si decide tra Pogacar e Vingegaard

La 19ª tappa accorciata per l'emergenza sanitaria bovina premia l'olandese dell'Ineos. Lo sloveno della Red Bull perde oltre 12 minuti e la quinta posizione generale 

ALBERTVILLE - LA PLAGNE - Il Tour de France 2025 trova il suo secondo atto decisivo sulle rampe di La Plagne, dove Thymen Arensman firma una doppietta da campione conquistando la seconda vittoria consecutiva in alta montagna. Ma è dietro le sue spalle che si scrive la storia di questa Grande Boucle: Jonas Vingegaard rosicchia due preziosi secondi di abbuono a Tadej Pogacar arrivando secondo, mentre Primož Roglic crolla definitivamente, perdendo oltre dodici minuti e scivolando dall'olimpo dei grandi. La giornata nasce sotto una stella storta. L'Amaury Sport Organisation annuncia in serata l'accorciamento della tappa: una malattia bovina ha colpito il bestiame delle prime salite, costringendo gli organizzatori a tagliare oltre trenta chilometri di corsa per rispetto verso gli allevatori colpiti. Da Albertville a La Plagne restano così 93,1 chilometri, ma con oltre tremila metri di dislivello che promettono battaglia. Ai piedi del Cormet de Roselend inizia il primo vero movimento della corsa. Lenny Martinez, il giovane scalatore francese della Bahrain Victorious, trova la compagnia di Roglic e Valentin Paret-Peintre. Lo sloveno della Red Bull sembra in palla, forza il ritmo e appare determinato a giocarsi le sue carte in anticipo. Forse sa già che nel finale non avrà le gambe per seguire i fenomeni. Sul Cormet è Martinez a passare per primo, conquistando punti preziosi per la classifica scalatori, ma è in discesa che Roglic mostra i muscoli. La pioggia rende insidiosi i tornanti, eppure l'ex campione della Vuelta non ha paura. Stacca i compagni di fuga e si presenta da solo ai piedi dell'ultima salita con quasi un minuto di vantaggio sul drappello della maglia gialla. Ma è proprio qui che inizia il suo calvario. Tim Wellens, il belga della UAE, impone un ritmo forsennato che spacca il gruppo in mille pezzi. Roglic paga subito dazio: prima perde le ruote, poi inizia a indietreggiare vistosamente. In pochi chilometri il suo ritardo lievita a quarantacinque secondi, poi a un minuto e mezzo. La montagna, che per anni è stata la sua casa, oggi gli si rivolta contro con crudeltà inaudita. Davanti, invece, la corsa entra nella sua fase più bella. Thymen Arensman, l'olandese dell'Ineos Grenadiers che ieri aveva già mostrato le sue credenziali, parte in contropiede quando Felix Gall prova ad alzare il ritmo per la Decathlon AG2R La Mondiale. È un attacco chirurgico, nato dall'istinto di chi sa leggere la corsa meglio degli altri. Pogacar e Vingegaard si studiano, si marcano, si annusano come due pugili prima dell'ultimo round. Il danese rimane sulla difensiva, forse sperando di conquistare almeno la vittoria di tappa. Lo sloveno in maglia gialla non ha fretta: controlla, asseconda, aspetta il momento giusto che però non arriva mai. Negli ultimi chilometri la tensione sale alle stelle. Il drappello dei migliori si avvicina pericolosamente ad Arensman, ma l'olandese non trema. Con la saggezza tattica che contraddistingue i grandi campioni, amministra il vantaggio metro dopo metro. Quando Vingegaard prova il tutto per tutto negli ultimi cinquecento metri è ormai troppo tardi: Arensman taglia il traguardo con le braccia al cielo, conquistando una vittoria che sa di capolavoro. Il danese conquista il secondo posto davanti a Pogacar, rosicchiando due secondi di abbuono che in una corsa così equilibrata potrebbero rivelarsi decisivi. Florian Lipowitz conferma il suo ottimo momento chiudendo quarto, mentre Oscar Onley limita i danni e mantiene la quarta posizione generale. Ma il vero dramma si consuma lontano dai riflettori. Roglic, l'uomo che doveva essere il terzo incomodo in questa battaglia tra titani, arriva al traguardo con oltre dodici minuti di ritardo. Un crollo verticale che lo fa precipitare dalla quinta all'ottava posizione generale, superato da Felix Gall, Tobias Halland Johannessen e persino da Kévin Vauquelin. Come se non bastasse, un episodio spiacevole macchia la festa: un addetto alla sicurezza spinge pericolosamente Pogacar subito dopo l'arrivo. Un gesto inaccettabile che fortunatamente non ha conseguenze, ma che getta un'ombra su una giornata altrimenti perfetta. Con le salite più importanti ormai alle spalle, il Tour 2025 sembra aver trovato i suoi due protagonisti definitivi. Pogacar mantiene 4'24" su Vingegaard, un margine consistente e forse ormai, a due frazioni dal termine, ormi incolmabile nonostante la forma smagliante mostrata dal danese. Lipowitz completa il podio virtuale a oltre undici minuti, mentre dietro si apre una lotta interessante per le posizioni d'onore nonostante Lipowitz abbia difeso benissimo la sua terza posizione. La tappa di domani, pur essendo mossa con diversi GPM, difficilmente potrà modificare gli equilibri di vertice. Il Tour 2025 si è ormai cristallizzato in un duello affascinante tra due fuoriclasse, con Arensman che si candida come l'outsider più credibile per le vittorie di tappa in salita. Nel frattempo, Roglic si leccherà le ferite di una giornata da dimenticare, consapevole che i sogni di gloria di questo Tour si sono infranti sulle rampe spietate di La Plagne complice anche una tattica che non ha pagato. Il ciclismo, ancora una volta, ha mostrato il suo volto più crudele: quello che non perdona mai un momento di debolezza.

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