Cagliari. Il Club dei giuristi. Si sono iscritti in moltissimi. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha definito illegittimo l'atto di decadenza-ingiunzione del Collegio di Garanzia Elettorale. Semplicemente perché il Collegio (dice la Corte) avrebbe esorbitato dalle sue competenze. Secondo molti esponenti del Club (tutti oppositori ideologici, politici e personali di AlessandraTodde), la ipotesi di decadenza non è tramontata. Correttamente tengo conto delle voci di dissenso. Il tutto sarebbe rimandato alla Corte d'Appello che si riunirà il 7 novembre. Curiosa la posizione dell'avvocato Riccardo Fercia. L'incarico di difensore del Collegio gli era stato revocato dopo che alla Presidenza dell'organo era subentrato Massimo Poddighe, in sostituzione di Gemma Cucca, andata in pensione. Fercia, però, insiste nell'esercitare il mandato. Perché - è la sua motivazione - non è stato nominato il successore. Ma il Collegio ha ritenuto di non aver alcunché da cui difendersi. La storia è infinita. La parola è alla Corte d'Appello. In tutta questa vicenda, comunque, c'è una certezza. Il pasticcio colossale di Alessandra Todde e del suo staff di non aver provveduto a nominare un mandatario e ad accendere un conto corrente per la rendicontazione delle spese elettorali. Una "disattenzione" incredibile. E su questo punto anche la Consulta ha confermato la legittimità della sanzione di 40 mila euro. Che non cancella peraltro la incomprensibilità di una violazione così marchiana. Mario Guerrini.