Cagliari. Alessandra Todde. Presidente della Regione Sardegna. Dopo la sentenza "maxima" della Corte Costituzionale, che ha escluso la sua decadenza, dice che si è "tolta un macigno dalla scarpa". Non stentiamo a crederle. Anche perché, su questa vicenda, in tanti hanno speculato. E non solo dal campo dell'opposizione. Ma anche da quello Largo. "Amico". Anzi, direi, serenamente, che proprio da questa parte dello scenario politico siano arrivate sinora le stilettate più perfide. Gli "amici" del Pd si sono messi in prima linea su questo fronte. E molte dichiarazioni di fiducia, espresse oggi, e non ieri, hanno il sapore beffardo dall'opportunismo più sfrontato. La realtà è che la signora del 5/6 per cento (5Stelle) comanda più dei signori che elettoralmente valgono quattro volte tanto. E questo fa rabbia. Anche perché la Governatrice mostra con loro, talvolta, un piglio di autorevolezza che non appare semplice tratto di autonomia.
Considerato, invece, che proprio chi ha una importante entità numerica, si aspetterebbe se non sussiego e condiscendenza ma almeno più disponibilità. Però, il Partito Democratico, che esprime fior di talenti e di risorse qualificanti, ma represse, scorda di essere in mano (in Sardegna più che altrove) a "cacicchi e capibastone". E che la filosofia dominante dei leader di questi gruppi di potere (correnti) è quella degli affari e delle poltrone. Alessandra Todde ha, di suo, molti errori da farsi perdonare. Almeno dal mio punto di vista. L'ultimo è rinviare il cosiddetto aggiustamento di Giunta, chiamato volgarmente "rimpasto". Se gli assessori non funzionano, o non sono adeguati alle necessità, vanno sostituiti. Subito. Non domani o fra 3/4 mesi. Non tenuti appesi in una situazione di precarietà che danneggia non solo l'efficacia del lavoro di governo, ma la reale portata operativa degli assessorati. E questa è una conseguenza che ricade sulla pelle dei sardi. La decisionalità, avveduta, è una qualità che distingue un governante di primo livello da uno ordinario. Anche perché ci sono troppe problematiche scottanti in ballo. Come negli ospedali. Con i Pronto Soccorso che addirittura chiudono nei week end. O con lavoratori della sanità da un mese accampati davanti al Consiglio Regionale nella speranza di ottenere la giusta stabilizzazione. Inaccettabile. Mario Guerrini.