Premierato, primo sì del Senato: Una svolta democratica o un passo indietro?

  La recente approvazione, da parte della Commissione Affari costituzionali del Senato, dell'emendamento che introduce l'elezione diretta del premier segna un momento di potenziale svolta nella storia repubblicana italiana. Questa modifica all'articolo 92 della Costituzione, che prevede anche il limite dei due mandati, il premio di maggioranza, e il nuovo ruolo del Presidente della Repubblica nel processo di nomina e revoca dei ministri, promette di ridisegnare l'architettura del potere esecutivo in Italia. 

  La riforma, fortemente voluta da Giorgia Meloni e Elisabetta Casellati, mira a conferire una stabilità e una legittimità maggiori al capo del governo, eletto ora direttamente dal popolo per cinque anni. Questo modello, definito premierato, si distacca nettamente dal presidenzialismo, in cui il Presidente della Repubblica cumula le funzioni di capo dello Stato e capo del governo, detenendo un grado di potere ben più marcato. 

  Tale proposta di legge costituzionale si colloca in un dibattito più ampio e complesso, che ha visto nel corso degli anni numerosi tentativi di riforma, dal sistema tedesco alla breve esperienza israeliana di elezione diretta del primo ministro. In Italia, in particolare, il desiderio di rafforzare la figura del premier risale a tempi non troppo lontani, con proposte che si sono succedute senza però mai cristallizzarsi in cambiamenti concreti. 

  Se da un lato il premierato può essere visto come un tentativo di rispondere al bisogno di chiarezza e determinazione nella guida del governo, introducendo elementi di semplificazione nel processo decisionale e una maggior responsabilizzazione del primo ministro nei confronti dell'elettorato, dall'altro lato suscita preoccupazioni riguardo al possibile squilibrio che potrebbe generarsi all'interno del sistema democratico. 

  La limitazione dei poteri del Presidente della Repubblica, relegato a un ruolo quasi esclusivamente cerimoniale nella nomina del premier e dei ministri, e l'introduzione di meccanismi anti-ribaltone, sollevano interrogativi sulla futura dinamica di checks and balances tra i diversi organi dello Stato. Allo stesso tempo, il premio di maggioranza e il limite dei due mandati per il primo ministro sono misure che mirano a garantire una governabilità effettiva, ma che potrebbero incidere sulla rappresentatività parlamentare. 

  In questo scenario, la figura del "sindaco d'Italia", così come ipotizzata da Matteo Renzi, si colora di nuove sfumature, proponendo un modello in cui il legame diretto tra elettori e primo ministro diventa il fulcro della legittimità democratica. Tuttavia, resta da vedere come questa visione si concretizzerà nell'operatività del sistema politico italiano, e quali saranno le ripercussioni sul delicato equilibrio tra le istituzioni repubblicane. L'adozione del premierato rappresenta senza dubbio un momento di riflessione cruciale per l'Italia, un bivio tra la ricerca di stabilità e l'adeguamento alle esigenze di una società in rapida evoluzione. Resta imprescindibile, tuttavia, mantenere un dialogo aperto e costruttivo tra tutte le forze politiche e sociali, per assicurare che qualsiasi modifica alla nostra Carta Costituzionale sia frutto di un consenso il più ampio possibile, a tutela dell'interesse nazionale e dei principi democratici che ci guidano.

Attualità

L'osservatorio di Guerrini: L'informazione e il potere
L'informazione e il potere. In Sardegna. Sono legati a doppio filo. E questa connivenza, che diventa complicità, è il male oscuro che frena il progresso dell'Isola. Il potere politico assicura ai giornali fonti di finanziamento vitali, perché le copie cartacee dei quotidiani sono in calo pauroso e inarrestabile, mentre le vendite on line non risolv...

L'osservatorio di Guerrini: L'ultimo scandalo
Cagliari. L'ultimo scandalo. Ma solo l'ultimo in ordine di tempo. Lo ha accertato la Guardia di Finanza. Che stamane ha arrestato Giovanni Piero Sanna, ex direttore della Conservatoria delle Coste. Su di lui l'accusa di associazione a delinquere, peculato e tanto per aver sperperato oltre due milioni di euro di soldi pubblici. È venuta alla luce u...

L'osservatorio di Guerrini: Un'altra mina sulla sanità sarda
Cagliari. Un'altra mina sulla Sanità sarda. La fanno esplodere dieci direttori di Pronto Soccorso degli ospedali. Hanno scritto una lettera di autodifesa indirizzata all'assessore alla Sanità Bartolazzi e ai Commissari Straordinari delle Asl. Tutto prende il via dal caso della donna 82 enne ricoverata nella struttura d'urgenza del Sirai di Carbonia...

L'osservatorio di Guerrini: La Lega di Salvini in Sardegna
Cagliari. La Lega di Salvini. E i posti di comando in Sardegna. È delle ultime ore la notizia che Domenico Bagalà, calabrese trapiantato a Cagliari, ha ricevuto l'investitura ufficiale di Presidente dell'Autorità Portuale della Sardegna. Bagalà, considerato appunto salviniano, ha tolto le ultime speranze a Christian Solinas che puntava su quell'in...

L'osservatorio di Guerrini: I sistemi mafiosi in Sardegna
Cagliari. I sistemi mafiosi. In Sardegna. Sono ormai radicati, nella pubblica amministrazione, quanto nelle regioni in cui le cosche sono nate e prosperano come uno Stato nello Stato. I dirigenti delle istituzioni sarde (Regione, Enti, Università), molto spesso, usano modelli mafiosi semplicemente per favorire parenti e amici. Il tutto a spese del...

L'osservatorio di Guerrini: La controinformazione dell'assessore regionale alla sanità
Cagliari. La controinformazione (inutile) dell'assessore regionale alla Sanità della Sardegna, Armando Bartolazzi. Si è evidentemente convinto che la brutta fama del servizio sanitario pubblico isolano sia dovuta alla cattiva espressione del circuito mediatico sul tema. Per questo è sceso in campo per rispondere, direttamente o indirettamente, ai ...

L'osservatorio di Guerrini: L'ultima trama
L'ultima trama. Di Marcello Tidore (Udc), ex Dg della ASL 8 di Cagliari, e di Gavino Mariotti, rettore dell'Università di Sassari. Quest'ultimo inquisito dalla Procura di Cagliari nell'operazione Monte Nuovo con l'accusa di essere un vertice mafioso. Il piano era complicato. Trovare una sistemazione a Cagliari per il professor Giovanni Sotgiu, doce...

Ventidue anni da Nassiriya: ricordare senza smettere di capire
La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha voluto ricordare il ventiduesimo anniversario della strage di Nassiriya, l’attentato del 12 novembre 2003 che costò la vita a 28 persone, tra cui 19 italiani. Fra loro, due sardi della Brigata Sassari: