In un momento storico in cui l’energia e la cooperazione internazionale ridisegnano gli equilibri globali, il complesso diplomatico dell’Ambasciata del Regno del Marocco in Italia è stato teatro di un incontro di peso: una serata evento, organizzata in collaborazione con il Parlamento Europeo, per discutere dei progressi del Piano Mattei per l’Africa e del suo intreccio con la strategia europea del Global Gateway, recentemente ribadita nel vertice a Villa Doria Pamphilj con la presidente Ursula von der Leyen.
L’Africa non è più semplicemente la frontiera lontana, ma un nodo centrale nella proiezione geopolitica italiana ed europea. Lo ha sottolineato con chiarezza Michele Marsiglia, presidente di FederPetroli Italia, che ha definito l’Africa «il nostro presente ed il nostro futuro». La sua dichiarazione non è un semplice slogan, ma un riconoscimento della centralità africana nelle dinamiche energetiche e industriali di domani. Marsiglia ha inoltre ribadito il ruolo di FederPetroli Italia come partner attivo, pronto a sostenere lo sviluppo industriale e infrastrutturale sul continente africano, consolidando la funzione dell’Italia come piattaforma mediterranea e porta d’accesso all’Europa.
Il Piano Mattei, fortemente voluto dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rappresenta la sintesi di un approccio pragmatico che mira a trasformare la cooperazione con i paesi africani in un asse strategico di sviluppo condiviso. In questa prospettiva si inserisce anche la strategia UE del Global Gateway: un modello di partenariato che punta a contrastare l’espansione cinese della Belt and Road Initiative e a consolidare la sfera d’influenza europea nel continente.
Determinanti anche le parole dell’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia, Youssef Balla, che ha illustrato il percorso di sviluppo energetico intrapreso dal Marocco sotto la guida del re Mohammed VI. Il paese maghrebino si conferma non solo come attore regionale, ma come snodo strategico nella grande partita energetica che coinvolge l’intero continente. Esemplare in questo senso è il progetto del Gasdotto Nigeria-Marocco (African Atlantic Gas Pipeline): un’infrastruttura monumentale, lunga oltre 7.000 chilometri, che collegherà il cuore energetico della Nigeria alle coste marocchine, attraversando numerosi stati africani. Un’opera che non rappresenta solo un tracciato di tubazioni, ma un vero corridoio geopolitico in grado di ridisegnare gli assi di approvvigionamento e influenza.
La serata romana non è stata quindi un semplice convivio diplomatico, ma un segnale politico forte: la Sardegna, il Mediterraneo e l’Italia tutta guardano sempre più a sud. La partita che si gioca sull’altra sponda del mare non è fatta solo di gas e infrastrutture, ma anche di stabilità, sviluppo e capacità di proiezione strategica. In questo contesto, l’Italia tenta di assumere un ruolo da protagonista, mettendo in campo il suo know-how industriale e la sua tradizione di cooperazione.
Il Piano Mattei, al di là degli slogan, si configura come un laboratorio di diplomazia economica che sfida il futuro. E, come spesso accade nella storia delle relazioni internazionali, saranno i corridoi dell’energia a dettare le traiettorie della politica estera. Il Mediterraneo torna così ad essere, ancora una volta, il centro pulsante di una partita che va ben oltre le rotte commerciali: si gioca la capacità dell’Europa di parlare con una voce sola, di tessere alleanze strategiche e di costruire un modello di cooperazione che sappia reggere l’urto delle grandi potenze globali.