Sanità, Rifondazione Comunista boccia il DDL 40: “Non affronta le vere emergenze del sistema”

La sanità sarda è al centro del dibattito politico con l’arrivo in Commissione Salute del DDL 40 del 2 settembre 2024, un provvedimento che introduce disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo del sistema sanitario regionale. Tuttavia, per Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, il disegno di legge si rivela un’occasione mancata.

La formazione politica non usa mezzi termini nel bocciare il provvedimento, sottolineando che il testo non rappresenta “un punto di svolta” rispetto alle criticità che affliggono la sanità sarda. “Le chiusure dei presidi ospedalieri, le liste d’attesa interminabili, la carenza di personale e la progressiva erosione della sanità pubblica a vantaggio di quella privata restano irrisolte”, si legge nel comunicato diffuso dalla sezione regionale del partito.

Nonostante l’iter legislativo abbia incluso l’audizione di numerose associazioni di operatori sanitari e cittadini, le istanze sollevate non hanno trovato spazio all’interno del testo di legge. Secondo Rifondazione Comunista, il vero problema rimane il commissariamento delle ASL, che “non risponde alle reali esigenze delle sarde e dei sardi, ma soltanto alla politica di governo”.

L’accusa più severa riguarda la logica della parcellizzazione politica delle cariche, che il DDL 40 non solo non scalfisce, ma addirittura conferma. “Modificare i vertici senza incidere sull’organizzazione complessiva del sistema e senza un piano di rafforzamento della sanità pubblica è del tutto inadeguato”, denunciano i rappresentanti del partito.

Per Rifondazione Comunista, la soluzione non può essere un semplice rimpasto amministrativo, ma il superamento definitivo del commissariamento delle ASL attraverso una nuova legge sulla sanità, capace di garantire una gestione realmente pubblica e orientata esclusivamente al bene collettivo, senza derive aziendalistiche. “Il servizio sanitario pubblico non può essere considerato alla stregua di un’impresa in cerca di utili e profitti, ma deve rimanere una struttura il cui fine ultimo è il benessere della collettività, come sancito dalla Costituzione”, ribadiscono i vertici del partito.

La richiesta è chiara: una programmazione socio-sanitaria regionale seria, con interventi a breve e lungo termine, che tenga conto delle emergenze in atto e che costruisca un sistema sanitario davvero al servizio dei cittadini.

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