Un anno di promesse e proclami. E intanto, zero euro. Così, mentre la Giunta Regionale continua a tessere lodi di sé stessa, gli allevatori sardi restano a secco. Letteralmente e metaforicamente.
A oltre dodici mesi dagli annunci trionfali sugli indennizzi per la siccità 2024, la stragrande maggioranza dei pastori non ha visto nemmeno l’ombra di un bonifico. Foraggi e mangimi? Ancora chiusi nei cassetti della Regione, soffocati dalla solita burocrazia.
Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, non usa giri di parole: «La misura è colma. È inaccettabile che dopo un anno di promesse e proclami, gli allevatori non abbiano ricevuto nulla. Se entro luglio non si sblocca la situazione, siamo pronti ad occupare l’Assessorato all’Agricoltura. Lo abbiamo fatto nella scorsa legislatura, lo faremo anche adesso. Basta prese in giro.»
Stefano Ruggiu, vicepresidente e dirigente del Centro, rincara la dose: «Abbiamo verificato che in alcuni Comuni sono partiti timidi contatti con allevatori per dei buoni foraggio o indennizzi, ma si tratta di eccezioni. Manca ogni forma di trasparenza, nessuno sa chi ha ricevuto cosa e perché. Questo silenzio è vergognoso. Vogliamo subito l’elenco dei Comuni coinvolti e i criteri applicati.»
Durissima anche Monica Pisanu, referente CSA: «Gli allevatori sono allo stremo. C’è chi ha indebitato l’azienda per comprare fieno e mangimi, confidando nei buoni annunciati. La Regione ha il dovere di rispettare gli impegni. Se l’Assessore continua a non dare risposte concrete, ci troverà davanti al suo portone.»
Il Centro Studi Agricoli chiede due cose semplici: trasparenza immediata — pubblicare la lista dei Comuni dove i buoni sono arrivati — e tempi certi per tutti. Basta proclami, ora servono i fatti. Gli allevatori non possono più aspettare, e la dignità non si compra a rate.