Il 15 settembre, la Chiesa cattolica celebra la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata, figura profondamente amata dai fedeli di tutto il mondo. Una ricorrenza carica di sentimento e spiritualità, che ci invita a contemplare il cammino di Maria accanto al Figlio Gesù, soprattutto nei momenti più dolorosi della sua esistenza.
Questa festa nasce dall’antica devozione per la Madre che ha condiviso le sofferenze del Redentore. Viene commemorata subito dopo l’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, in un ideale prolungamento della riflessione sul mistero della Passione di Cristo. Il culto affonda le radici nel Medioevo, si consolida con l’ordine dei Servi di Maria e diventa universale per volontà di Papa Pio VII nel 1814, venendo poi fissata definitivamente al 15 settembre da Papa Pio X.
Cardine della liturgia e della devozione popolare sono i “Sette dolori” di Maria: episodi evangelici che ripercorrono le tappe della sua sofferenza, dalla profezia di Simeone fino alla sepoltura di Gesù. La Madonna Addolorata rappresenta la Madre che partecipa senza riserve al dolore umano, innalzando però uno sguardo di speranza e fiducia in Dio.
In Sardegna, come in molte regioni italiane, la tradizione popolare è ricca: processioni suggestive, statue vestite di nero, inni antichi e la recita dello “Stabat Mater” scandiscono la giornata, dando voce al sentimento di vicinanza al dolore materno.
Celebrare la Beata Vergine Addolorata non significa esaltare la sofferenza, ma trovare in Maria un modello di coraggio e fede nei momenti più difficili della vita. È un invito a non fuggire dal dolore ma a viverlo con la sua stessa fiducia, certi che ogni sofferenza, vissuta con amore, può trasformarsi in speranza e rinascita.