Nel cuore di Ozieri, la Fontana Grixoni racconta il legame tra acqua e memoria, tra pietra e storia. Le sue bocche scolpite sussurrano il passato, testimoni di un tempo che scorre senza mai svanire. Gli ozieresi ne hanno fatto un simbolo, un luogo dove la tradizione si mescola alla bellezza dell’arte.
La sorgente sotterranea continua il suo viaggio, portando con sé il respiro di generazioni che hanno attinto alla sua preziosa linfa. Nel cuore di Ozieri, l’acqua sgorga da otto bocche, come se volesse scandire il ritmo della vita. Il busto di Giuseppe Grixoni, incorniciato da un fastigio ogivale, osserva il passaggio del tempo, testimone silenzioso di un’opera nata dalla generosità e dalla visione di un uomo.
Le fasce bianche e grigie, che si alternano sulla pietra, parlano di equilibrio, di un’armonia che sfida i secoli. Costruita tra il 1877 e il 1882, la fontana è un testimone silenzioso di secoli di storia: un tempo, numerosi abitanti di Ozieri raccoglievano l’acqua, affidando alla fonte il compito di nutrire la città, e le lapidi in trachite, incise nel 1594, raccontano di un passato che ancora pulsa sotto la superficie della terra.
La Fontana Grixoni continua a raccontare la storia degli ozieresi, intrecciando memoria e bellezza nel fluire dell’acqua; le sue bocche scolpite restano testimoni silenziosi di un passato che non si spegne, ma si rinnova nel tempo. Nel marmo bicromo della fontana si riflettono sogni e promesse, incisi nella pietra come segni di un’eredità senza tempo: gli ozieresi ne custodiscono il valore, riconoscendo in essa un simbolo di identità e tradizione.