11 settembre: l’anniversario che diventa rituale, tra retorica e opportunità mancate

  Ogni anno, l'11 settembre, ci troviamo di fronte alla solita pioggia di commemorazioni, cerimonie e speciali televisivi, come se il tempo si fosse fermato quel giorno del 2001. Ci sono i tributi, gli omaggi, le foto di Ground Zero, le immagini delle Torri Gemelle che crollano, ormai cristallizzate nella memoria collettiva. Ma dietro a tutta questa "mielosa" celebrazione, viene da chiedersi: è davvero utile tutto questo? È veramente necessario ripetere la stessa narrazione all'infinito? L’11 settembre è diventato, soprattutto negli Stati Uniti, un simbolo di unità nazionale, di resilienza, di una presunta "guerra giusta". Ma a ventitré anni di distanza, viene il dubbio che la retorica abbia superato la riflessione. Come notano alcuni critici, troppa della narrazione attorno a quell'evento è diventata un’occasione mancata per un'analisi più profonda su quanto accaduto dopo. 

  Il vero impatto dell’11 settembre non si misura solo con le vittime di quel giorno, ma con le guerre, le leggi di emergenza, le torture, e le libertà sacrificate in nome della "sicurezza". Eppure, la tragedia ha anche lasciato un'eredità di domande scomode. Come osservava Noam Chomsky, l’11 settembre è stato utilizzato per giustificare politiche che altrimenti sarebbero state impensabili, dall’invasione dell’Iraq alla creazione di Guantanamo. Si è persa l'occasione di cercare davvero una risposta, non solo in termini di vendetta, ma di comprensione delle cause profonde di quell'attacco. Bin Laden, catturato e ucciso anni dopo, avrebbe potuto rappresentare un'opportunità di confronto legale e storico, ma si è preferito chiudere il capitolo con una pallottola e una sepoltura in mare. E qui torniamo alla riflessione: quanto ci serve davvero continuare a commemorare l’11 settembre come un trauma eterno? Forse, più che ripetere le stesse storie, dovremmo cominciare a parlare delle lezioni non imparate, delle decisioni prese sull'onda del terrore, delle ferite che l’America stessa ha inflitto, sia al mondo che a se stessa.

Attualità

Verso il Conclave: orientamenti, nomi e riflessioni sul futuro Pontefice
Con la morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile alle ore 7:35, la Chiesa Cattolica si appresta ad affrontare uno dei momenti più solenni e complessi della sua tradizione: il Conclave. La notizia del decesso, giunta fulminea nelle redazioni e nelle diocesi di tutto il mondo, ha immediatamente spostato...

La morte di Papa Francesco: Fine di un Pontificato rivoluzionario
Alle ore 7:35 del 21 aprile 2025, Papa Francesco — al secolo Jorge Mario Bergoglio — è tornato «alla casa del Padre», come annunciato dal cardinale Kevin Farrell durante una diretta da Casa Santa Marta. La scomparsa del 266° Pontefice della Chiesa cattolica, all’età di 88 anni, conclude un’epoca segnata da riforme audaci, impegno per i poveri e una...

Il nuovo motivetto pasquale dell'Alguer: "Se munera non ne hai un posto già lo dai"
Le ciffute politiche algheresi si spostano anche verso altri lidi, toccano anche il centro Sardegna. Ieri notte Verru novello Donaldo, ma solo per la similitudine tra i capelli e il logo del suo partito, ci ha svelato come funziona la politica. Vi ricordate quando Pif ha annunciato che grazie all'amicizia con l'Innominato aveva portato in cascina u...

L'osservatorio di Guerrini: Il paese dei sospetti e delle trame che fioriscono
Il Paese dei sospetti. E delle trame. Che fioriscono puntualmente e ripetutamente. Ieri sera, i vertici delle forze politiche centriste di Nuoro, dopo una riunione lampo, hanno comunicato che il candidato sindaco di cdx alle comunali dell'8 e 9 giugno sarà l'ex senatore del PD ed attuale leader dei calendiani in Sardegna, l'avvocato Giuseppe Luig...