Sardegna in rivolta: "Non vendiamo la nostra terra ai signori del vento"

  Un assalto in piena regola, un'invasione che nessuno ha chiesto e che pochi, davvero pochi, sembrano voler fermare. La Sardegna, terra di storia e cultura millenaria, è sotto attacco da parte delle multinazionali dell'energia rinnovabile. Decine di autorizzazioni per impianti eolici e fotovoltaici stanno trasformando l'isola in un campo di battaglia, dove a essere sacrificata è l'identità stessa del popolo sardo. Oggi, a Codrongianus, centinaia di sardi si sono radunati per protestare contro questa speculazione sfrenata. Davanti alla basilica di Saccargia, un simbolo minacciato dall'espansione dei parchi eolici, si è tenuta la manifestazione "E’-Vento di Saccargia". 

  Musica, cartelli di protesta, bandiere dei Quattro Mori: un grido collettivo per dire "Basta!"?. Le navi cargo cariche di pale eoliche che attraccano nei porti sardi sono il sinistro presagio di un futuro già scritto. "Potrebbero incassare in un anno oltre 8 miliardi di euro, cifra altissima se pensiamo che il bilancio della Regione ammonta a circa 9 miliardi," ha denunciato Sergio Zuncheddu. È una cifra che fa girare la testa, ma che racconta una verità amara: la Sardegna viene sfruttata per produrre energia destinata ad altre regioni?. Il governo regionale tenta di arginare l'ondata con una moratoria di 18 mesi, ma il tempo stringe e le parole non bastano più.

  "Il nostro obiettivo è arrivare entro sei mesi all'approvazione dell'aggiornamento del Ppr con la mappa delle aree idonee," ha dichiarato Alessandra Todde, presidente della Regione. Ma nel frattempo, le richieste per nuovi impianti continuano ad accumularsi. Non si tratta di opporsi alla transizione energetica, ma di farla in modo sostenibile e rispettoso del territorio. "Quello che sta accadendo oggi in Sardegna è frutto di una storia lunga decenni," ha dichiarato Luigi Pisci, portavoce dei comitati contro la speculazione energetica. "Il termine speculazione è quello chiave del nostro dramma. Prima erano i fossili, ora sono le rinnovabili. Nessuno ha contrastato il decreto Draghi: solo silenzio omissivo". La Sardegna deve essere difesa dai suoi stessi abitanti, con la stessa fierezza con cui si difenderebbe la propria casa. Non possiamo permettere che la nostra terra diventi un immenso cimitero di pale eoliche. La lotta è appena cominciata, e il popolo sardo non ha intenzione di arrendersi.

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