Alghero, il campo largo si sfilaccia: Colledanchise va al Misto, Podda delusa, Cacciotto minimizza

A maggio avevamo scritto che il “campo largo” algherese stava stringendo troppo. Oggi il nodo è venuto al pettine. Marco Colledanchise lascia Futuro Comune e passa al gruppo Misto. Una frattura annunciata il 28 luglio, diventata ufficiale nel primo Consiglio comunale dopo la pausa estiva.

Il copione parte da lontano. Il 27 maggio Colledanchise rivendicava la coerenza con cui era stato eletto: «Resto lo stesso, ma il contenitore è cambiato». L’allusione all’avvicinamento a Europa Verde e alla galassia Avs aveva scoperchiato il vaso. Avs rispose secco il 26 maggio: «Dire oggi che le condizioni sono cambiate e di non sentirsi più rappresentato dal gruppo Futuro Comune poiché ‘costola’ di AVS […] ci sembra quantomeno ambiguo, poco responsabile e ingenuo». Traduzione: o dentro o fuori. È finita fuori.

In Aula la capogruppo di Futuro Comune, Beatrice Podda, ha usato il guanto bianco ma l’ha fatto sentire: «Buon lavoro per questo nuovo percorso, io continuerò ad impegnarmi per il bene della città col gruppo di Futuro Comune. Dispiaciuta per la scelta di Colledanchise di comunicare l'addio soltanto attraverso la stampa». Poi su Facebook ha rincarato: «Il galateo istituzionale non è cosa superflua, almeno non per me […] Ho appreso dalla stampa, con delusione, la scelta del collega […] Uno strappo avvenuto senza nessun tipo di confronto con la sottoscritta». Immaginiamo che almeno dal 28 luglio ne fosse a conoscenza ma dall'epoca non ha voluto esprimere nemmeno una parola alla stampa "sale della democrazia" come da lei definita in consiglio comunale. Evidentemente è sale della democrazia quando non condisce, ma tant'è.

Colledanchise, in una lunga diretta, ha replicato punto per punto. «Niente di più falso», dice sul mancato confronto. E spiega l’origine del dissenso: «Non è che ho cambiato casacca, io sono lo stesso, semplicemente la casacca che avevo addosso, che era Futuro Comune, che mi piaceva tantissimo, ha cambiato colore». Rivendica l’appoggio alla maggioranza: «Continuo a sostenere e a prescindere tutta la giunta e continuo a far squadra con i consiglieri». E marca la distanza dall’asse con Avs: «A me AVS non interessa, non è una parte politica in cui mi rispetto, troppo a sinistra […] sarebbe stato il mio posto sbagliato». Il tono è quello di chi non intende farsi processare per eresia. Con una stilettata di costume: «Qua stiamo parlando di politica, dietro ogni discussione nostra c'è gente che non arriva a fine mese e noi dobbiamo parlare di queste sciocchezze, ma stiamo seri?». Insomma il nostro si è giocato la carta del benaltrismo per uscirne vincente.

Dall’opposizione, come normale e scontato che fosse, arrivano riconoscimenti di stima. Magari sognano, ora che il calciomercato è chiuso, un nuovo acquisto per il mercato di riparazione di gennaio. Michele Pais (Lega) scaltramente ha colto l’occasione per leggere nella rottura «il malessere dell'amministrazione comunale», riconoscendo però a Colledanchise di averlo «sempre rappresentato con coraggio, anche muovendo appunti per non dire critiche severe alla sua stessa maggioranza». Alessandro Cocco (Fratelli d’Italia) ha sottolineato «l’allontanamento di Colledanchise da Avs e la sinistra, con cui Futuro Comune ha stretto un’alleanza strategica». Il sindaco Raimondo Cacciotto ha provato a togliere benzina: «movimenti e spostamenti fisiologici». Forse. Ma quando la fisiologia produce un Misto in più e un gruppo meno nutrito, la politica segna il colpo. Il sindaco ha anche alluso allo spostamento all'opposizione di Nina Ansini passata dopo pochi mesi a Forza Italia. Ce va sans dire.

La sostanza è semplice. Il civismo di Futuro Comune nasceva come spazio largo e non identitario. L’ingresso nei direttivi di partito e l’allineamento con Avs hanno fatto sentire stretto quel vestito a chi quel civismo l’aveva scelto per restare fuori dai recinti. La maggioranza tiene nei numeri, per ora. Ma perde un pezzo della propria narrazione: il pluralismo come metodo. E quando si comincia a litigare sul “galateo”, di solito il problema non è il tovagliolo. È il menù.

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