La rete è comoda. Anche per i ladri. In Sardegna le truffe telematiche corrono e l’isola finisce al dodicesimo posto tra le regioni più colpite. Lo dice un’analisi che incrocia Osservatorio di Confartigianato Imprese, Istat e Il Sole 24 Ore: punteggio combinato 612, media tra incidenza delle denunce ogni 100mila abitanti e crescita 2019-2023. Numeri che fanno rumore, soprattutto per chi ha meno dimestichezza con password e codici.
L’Anap Confartigianato Sardegna alza la voce. «Come ANAP siamo costantemente impegnati a combattere anche questi odiosi delitti – sottolinea Giovanni Antonio Mellino, Presidente di ANAP Sardegna e Vicepresidente Nazionale – che avvengono, soprattutto, contro le fasce più deboli della popolazione, come possono essere gli anziani e le persone sole». Poi la stoccata: «Purtroppo - aggiunge Mellino - continua a essere troppo alta anche la percentuale di persone, giovani e meno giovani, che cade nella rete dei truffatori senza scrupoli».
Il quadro nazionale non consola. Nel 2023 oltre 300mila segnalazioni, +10,3% in un anno. Con più del 90% degli italiani online, il terreno è fertile per i raggiri. La Sardegna, almeno, evita la gogna delle classifiche provinciali: nessun territorio sardo nella top 20 per incidenza o crescita. Altri stanno peggio. Toscani in testa, con Livorno primatista, e a ruota Piemonte, Lombardia, Veneto e Lazio.
Sicurezza informatica? Sulla carta l’Italia è quinta nel National Cyber Security Index. Ma la classifica non risponde al telefono quando arriva l’sms “dalla banca” o l’email “dalle Poste”. E infatti il grosso dei colpi resta quello di sempre, solo più ben pettinato. Phishing via mail, smishing via messaggio, vishing al telefono: metà e oltre dei casi, circa il 55%, pari a 160mila episodi. Seguono i mercatini digitali taroccati e le vendite fantasma, attorno al 20% e 60mila casi. A rincalzo false PEC e bonifici, trappole sentimentali in rete, finti investimenti. Professionisti, non improvvisatori: cambiano voce e logo con la rapidità di un clic.
Mellino chiede la stretta. «Abbiamo bisogno di pene certe, che salvaguardino la dignità dei cittadini– ribadisce il Presidente di ANAP Sardegna - sarebbe opportuno, inoltre, rendere più praticabile l’iter per la denuncia le truffe, infatti, rappresentano una vera emergenza sociale per questo confermiamo l’impegno dell’Associazione nella prosecuzione della campagna che continua a informare i cittadini sulle modalità più diffuse di truffa e sulle avvertenze da mettere in atto per non restarne vittime».
Nel frattempo, l’antidoto minimo è a portata di mano. Verificare sempre da chi arriva una comunicazione che chiede dati o codici. Non cliccare al volo. Richiamare il numero ufficiale, non quello nel messaggio. E soprattutto non avere fretta: l’urgenza è l’arma preferita del truffatore. Funziona perché ci caschiamo.