«La Sardegna ha fatto la sua parte. Ora il Governo Meloni metta le risorse, come ha fatto per le altre emergenze. O ci considera fuori dal territorio nazionale?». La voce è quella di Silvio Lai, deputato del Partito Democratico, che non ci gira troppo attorno. I 25 milioni stanziati dalla Regione per l’emergenza della dermatite nodulare bovina sono un primo passo. Ma, secondo il parlamentare sardo, da Roma non si muove foglia.
Il fondo nazionale PAC da 450 milioni esiste, eccome. E secondo Lai, dovrebbe essere impiegato anche per la dermatite. Invece, accusa, «il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida non ha ancora proceduto. E questo è inaccettabile».
Il tono si fa più duro: «Il Governo Meloni deve spiegare perché ha messo fondi straordinari per altre epizoozie e invece tace quando si tratta della Sardegna. Forse considera l’isola fuori dal territorio nazionale? Un’enclave da trattare a parte, come sta facendo con il 41 bis, negando lo Stato di diritto? Non lo accetteremo. La Sardegna non mendica elemosine, pretende giustizia e rispetto».
Nel frattempo, sull’Isola la tensione cresce. L’epidemia ha costretto a bloccare la movimentazione dei capi, avviato abbattimenti di massa e causato perdite economiche pesanti. Gli allevatori sono allo stremo.
E mentre i partiti battibeccano, la Cia Sardegna – l’associazione degli Agricoltori Italiani – richiama tutti all’ordine. Niente moralismi: solo responsabilità. «Alle forze politiche di maggioranza e opposizione chiediamo, in questa particolare situazione, di accantonare le seppur legittime contrapposizioni di parte e di lavorare in modo coeso concertando gli interventi e difendendo la Sardegna e i suoi allevatori».
Un appello, il loro, che sa di ultimatum. Basta giochi tattici in Aula, dicono in sostanza, mentre fuori il comparto agricolo va a pezzi. «La dermatite bovina è solo l’ultima, in ordine di tempo, emergenza che sta mettendo a repentaglio la tenuta del settore agricolo sardo». Prima c’erano i cambiamenti climatici, la carenza d’acqua, gli incendi, le fitopatie, i tagli europei, i dazi USA. Ora anche questo.
Cia Sardegna chiede un colpo di reni al Consiglio regionale: approvare subito la legge proposta dalla Giunta Todde. Senza tentennamenti. «Una legge che dia non solo agli allevatori ma all’intero comparto, garanzie reali per la loro tutela economica e produttiva».
Perché qui non si tratta di una questione tecnica, ma di economia reale. L’allevamento bovino non è una voce a margine. Tiene in piedi migliaia di aziende, dà lavoro, produce reddito. E adesso rischia di affondare nel silenzio generale.
Un silenzio che sa di complicità. E di negligenza.