Nel teatro della politica sarda, gli ultimi giorni di campagna elettorale si infiammano in un confronto televisivo che ha visto protagonista un acceso scambio tra Renato Soru e un giornalista. "La stampa mi oscura" è l'accusa lanciata dal fondatore di Tiscali, che ha portato alla sospensione temporanea della registrazione nell'ultimo faccia a faccia tra i candidati alla presidenza della Regione Sardegna.
Lucia Chessa, Renato Soru, Alessandra Todde e Paolo Truzzu si sono dati battaglia negli studi di Tgr Sardegna, cercando di convincere gli elettori con le loro proposte.
Il dibattito, moderato da Maria Spigonardo e arricchito dalle domande di giornalisti locali, ha toccato temi cruciali come la continuità territoriale, la sanità, l'energia e i trasporti, ma è stato il tema della visibilità mediatica a scatenare le scintille.
Soru, in particolare, non ha nascosto il suo disappunto per quello che percepisce come un trattamento mediatico ingiusto, amplificato dalla presenza di ministri e sottosegretari a sostegno degli avversari.
"Da giorni e da settimane il tempo nei Tg e lo spazio sulle pagine dei giornali è totalmente sproporzionato per il fatto che siamo invasi da ministri e sottosegretari," ha lamentato Soru, sottolineando la gravità di una situazione che, a suo dire, mina le basi della democrazia e del pluralismo giornalistico.
Oltre alla polemica, i candidati hanno cercato di delineare la loro visione per il futuro della Sardegna.
Da Truzzu, che punta a "ridare dignità, futuro e speranza" alla Sardegna attraverso un grande piano di investimenti, a Todde, che sottolinea l'importanza di un voto utile in un sistema elettorale che non perdona. Soru, invece, mette l'accento sul rapporto con lo Stato, rifiutando l'idea di dipendere dalla "benevolenza del sovrano a Roma", mentre Chessa si distingue come l'unica candidata non legata alle amministrazioni che hanno governato l'isola negli ultimi vent'anni, invitando a scegliere un nuovo percorso.
Il confronto si chiude lasciando nel pubblico sardo più domande che risposte. Tra appelli al voto e strategie per il turismo, resta da vedere quale visione prevarrà alle urne. Ma una cosa è certa: la politica sarda vive momenti di fervente dibattito, testimoniando una democrazia viva e partecipativa, seppur non esente da tensioni.