Urpi: «Dignità e diritti per tutti gli OSS. La Regione mantenga gli impegni»

Alla vigilia della nuova mobilitazione degli Operatori Socio Sanitari, prevista domani davanti all’Assessorato regionale alla Sanità, Alberto Urpi non usa mezze parole: «Voglio esprimere la mia piena solidarietà a tutti loro. Una protesta che non nasce dal nulla, ma da anni di promesse disattese e precarietà prolungata. Una protesta che parla di dignità, giustizia e diritti».

Urpi punta il dito sul caso dei tredici OSS del Medio Campidano, lasciati a casa alla fine del 2024 dopo anni di servizio. «Uomini e donne che hanno affrontato l’emergenza sanitaria con responsabilità e professionalità, oggi dimenticati dalle stesse istituzioni che avevano garantito loro un futuro».

Il consigliere regionale non accetta scuse: «Parliamo di un numero molto ristretto di operatori, già formati e già operativi, che potrebbero essere facilmente ricollocati. Gli “angeli del Covid”, come venivano chiamati, oggi non possono essere abbandonati alla precarietà. Sarebbe un gesto semplice e giusto. Sarebbe un atto di rispetto».

Urpi attacca anche i “cantieri sanitari”, definiti un fallimento: «Misure temporanee, precarie, e del tutto inadeguate. Invece di soluzioni, si è prodotto solo ulteriore disorientamento».

Il messaggio è netto: «Serve una vera volontà politica: aprire finalmente percorsi di stabilizzazione certi, con atti chiari e tempi definiti. E serve farlo adesso».

Urpi si dice pronto a collaborare anche con la maggioranza, ma avverte: «Non si può più tergiversare. La politica ha un dovere morale verso questi lavoratori: trasformare la riconoscenza in diritti».

E chiude con un monito che suona come un colpo di fioretto: «Il lavoro è dignità. E la dignità non si baratta. Si difende, sempre».

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