Il francese della Groupama-FDJ vince l'ultima tappa italiana della Vuelta 2025
battendo allo sprint Pedersen. Il danese della Visma tiene la maglia rossa
grazie alla somma dei piazzamenti
Le Alpi Graie salutano la Vuelta con un colpo di teatro. David Gaudu, il
scalatore bretone della Groupama-FDJ, beffa tutti negli ultimi duecento metri
della salita di Ceres e si prende la terza tappa di questa edizione 2025,
l'ultima in territorio italiano prima che la carovana spagnola attraversi le Alpi
per dirigersi verso la Francia.
Sono le 17:33 di questo lunedì 25 agosto quando il francese scatta all'ultimo
tornante, bruciando sul tempo Mads Pedersen che sembrava lanciato verso
una vittoria già scritta. Il danese della Lidl-Trek, abile a farsi portare dal
gregario Giulio Ciccone negli ultimi chilometri, deve accontentarsi del
secondo posto e di sei secondi di abbuono. Sul gradino più basso del podio
sale Jonas Vingegaard, il campione della Visma che con quattro secondi di
bonus mantiene la maglia rossa per il più sottile dei margini: stesso tempo di
Gaudu in classifica generale, ma somma dei piazzamenti migliore.
La giornata piemontese aveva preso il via alle 14:34 da San Maurizio
Canavese, dopo i soliti rituali di partenza condizionati da problemi meccanici.
Chris Harper della Jayco AlUla prima, Carlos Garcia Pierna della Burgos-BH
poi: la moderna Vuelta inizia sempre con qualche intoppo tecnico che ritarda
il via ufficiale. Ma quando il plotone si muove davvero, la corsa esplode
subito.
Quattro uomini prendono il largo quasi immediatamente: Sean Quinn dell'EF
Education-EasyPost, Patrick Gamper della Jayco AlUla, Alessandro Verre
dell'Arkéa-B&B Hotels e Luca Van Boven dell'Intermarché-Wanty. È una fuga
che sa di tattica, con Verre che ha nel mirino la maglia a pois persa ieri
proprio a favore di Vingegaard. Il francese dell'Arkéa cavalca con
determinazione verso la salita di Issiglio, il primo gran premio della montagna
di giornata.
Dietro, la Lidl-Trek di Pedersen imposta un ritmo compassato ma costante.
Amanuel Ghebreigzabhier, l'eritreo della squadra americana, macina
chilometri in testa al plotone mantenendo il distacco dei fuggitivi sempre sotto
controllo. Due minuti, due minuti e mezzo: mai abbastanza per sognare
davvero, ma sufficienti per dare spettacolo.
Al chilometro 65,8 arriva la prima selezione. La salita di Issiglio, cinque
chilometri e mezzo al 6,4% di pendenza media, spacca il quartetto di testa.
Verre aumenta il ritmo e Patrick Gamper perde subito contatto, seguito poco
dopo da Van Boven. Restano in due, il francese e l'americano Quinn, a
giocarsi i punti della montagna. Verre passa per primo al gran premio,
conquista cinque punti preziosi e torna in testa alla classifica scalatori. La
maglia a pois, oggi indossata da lui stesso vista l'occupazione di quella rossa
da parte di Vingegaard, gli torna di diritto.
La discesa verso Cuorgnè ridisegna la corsa. Il gruppo si allunga
pericolosamente e qualcuno paga dazio: Jasper Philipsen, il velocista belge
dell'Alpecin-Deceuninck, perde terreno una prima volta, rientra, poi si stacca
definitivamente. Per lui, abituato alle volate pure, questo finale troppo
impegnativo rappresenta un ostacolo insormontabile.
Al traguardo volante di Cuorgnè, Quinn precede Verre ma ormai i due sanno
che l'ora della verità si avvicina. Il plotone ha ripreso Gamper e Van Boven, il
distacco scende a un minuto e quaranta. È questione di tempo. E infatti, a
una quarantina di chilometri dall'arrivo, anche la resistenza di Verre si
spezza. L'americano Quinn resta solo al comando, ultimo baluardo di una
fuga che ormai sa di condanna a morte.
Gli ultimi chilometri diventano un crescendo di tensione. UAE Team Emirates,
Visma, Lidl-Trek, Red Bull-Bora: tutte le squadre con ambizioni si portano in
testa al plotone per il controllo finale. Quinn viene ripreso a diciannove
chilometri dal traguardo e la corsa si compatta per l'inevitabile resa dei conti
sulle rampe di Ceres.
Gli ultimi 2,6 chilometri, classificati come gran premio della montagna di
quarta categoria, diventano un teatro di guerra in miniatura. La pendenza
media del 3,6% non sembra terribile sulla carta, ma i tre tornanti negli ultimi
ottocento metri trasformano tutto in un finale da classica delle Ardenne. La
Visma prende il comando con Victor Campenaerts, poi è Andrea Bagioli a
fare il forcing per la sua Soudal Quick-Step.
Nell'ultimo chilometro, Giulio Ciccone si sacrifica per Pedersen in una prova
di ciclismo puro. L'abruzzese della Lidl-Trek porta il compagno danese nelle
posizioni che contano, poi si fa da parte. All'ultimo tornante, Pedersen
sembra avere la vittoria in pugno. Ma David Gaudu ha altri piani.
Il francese, nascosto nelle ruote per tutta la salita, aspetta l'ultimo momento
per sferrare l'attacco decisivo. Duecento metri di potenza pura che ribaltano
la corsa: Gaudu vince, Pedersen si accontenta del secondo posto,
Vingegaard chiude terzo e mantiene la maglia rossa per un soffio.
La Vuelta 2025 saluta l'Italia con il botto. Domani la carovana attraverserà le
Alpi verso la Francia, ma l'ultimo ricordo tricolore porta la firma di un francese
che ha saputo interpretare al meglio il finale più tecnico di questa Grande
Partenza. Gaudu vince, Vingegaard resiste: la corsa verso Madrid è più
aperta che mai.