Una giornata che segna un momento di svolta per la medicina trapiantologica in Sardegna. Il 14 giugno 2025, all’Azienda Ospedaliero Universitaria di Sassari, sono stati effettuati due prelievi di organi da donatori distinti: uno secondo la modalità tradizionale del cuore battente, l’altro con la più complessa procedura del cuore fermo. Un evento straordinario, che dimostra l’elevato livello organizzativo e clinico raggiunto nel sistema sanitario regionale.
Il prelievo a cuore fermo – ancora poco diffuso ma in espansione – è stato possibile grazie a una sinergia meticolosa tra la Terapia intensiva e il Coordinamento ospedaliero procurement dell’Aou di Sassari, la Cardiochirurgia e il Coordinamento trapianti dell’Arnas Brotzu di Cagliari, sotto la regia del Centro Regionale Trapianti.
«Questo importante risultato, frutto di una straordinaria sinergia tra più realtà ospedaliere, ha permesso il prelievo con successo del fegato e delle cornee da un donatore a cuore fermo – ha dichiarato Mario Carmine Palermo, Commissario straordinario dell’Aou di Sassari –. È un esempio concreto di come la collaborazione tra professionisti e l’impegno verso la cultura della donazione possano tradurre un gesto altruistico in una reale speranza di vita».
La donazione a cuore fermo prevede una rigorosa osservanza dei criteri di accertamento della morte per arresto cardiaco: venti minuti di attesa e osservazione prima che si possa procedere al prelievo. Come spiega Paola Murgia, responsabile del Coordinamento ospedaliero di Sassari, «il prelievo si differenzia da quello a cuore battente – effettuato dopo la cosiddetta morte cerebrale – per modalità e tempistiche ben definite dalla legge».
Fondamentale il ruolo del personale sanitario coinvolto: tra gli altri, il direttore della Terapia intensiva Leonardo Bianciardi, l’intensivista Stefania Milia, l’infermiera Chiara Favini, il cardiologo Marco Saderi, il perfusionista Salvatore Di Lallo e il direttore della Cardiochirurgia dell’Arnas Brotzu Emiliano Cirio. La complessità dell’intervento è stata affrontata con una perfetta integrazione tra reparti e ospedali, fino alla riuscita del prelievo.
Nel frattempo, nella stessa mattinata, si svolgeva con successo anche il prelievo da un secondo donatore a cuore battente. Un doppio traguardo che testimonia l’elevata competenza e preparazione dell’équipe medica sassarese, coinvolgendo numerose unità operative: dalla Terapia intensiva all’Anatomia patologica, dal Centro trasfusionale all’Emodinamica.
Grazie alle due donazioni sono stati effettuati due trapianti di fegato salva-vita e sono state prelevate cornee che potranno restituire la vista a pazienti in attesa. Merito anche dell’urologo Simone Canessa e degli oculisti Francesco Zaccheddu ed Enrico Caggiari dell’Aou di Sassari.
La Sardegna, in pochi anni, si è ritagliata un ruolo di eccellenza nel panorama nazionale, grazie a una rete organizzativa solida e al protocollo regionale per la donazione a cuore fermo, varato nel 2024 dall’Assessorato regionale alla Sanità. Un percorso che oggi trova concreta applicazione, offrendo una risorsa vitale per centinaia di pazienti in lista d’attesa.