Intervista agli autori di Giorgio Saitz

Presentazione di "Storia del colonialismo italiano: Politica e cultura dall’età liberale ai nostri giorni"

  Durante la serata del 3 aprile 2024, con inizio alle ore 18.00, nei bellissimi spazi della Fondazione Sardegna, si è svolta l’interessantissima presentazione dell’opera letteraria chiamata: "Storia del colonialismo italiano: politica e cultura dall’età liberale ai nostri giorni". Il magnifico volume, scritto da due tra i più importanti docenti dell’Università di Cagliari, la Prof.ssa Valeria Deplano e il Prof. Alessandro Pes, tratta (con grande dovizia di particolari e come si può evincere dal titolo) non solo le vicende del colonialismo italiano tra la fine dell’ottocento e la prima metà del secolo successivo, ma anche di come queste, da una parte, si siano mescolate alla storia del Belpaese nel corso di quegli anni e dall’altra si siano prorogate (e di questo siamo rimasti estremamente colpiti) nelle epoche successive al periodo bellico, giungendo addirittura fino ai nostri giorni. 

  Un incontro veramente di grande spessore quello a cui abbiamo avuto il piacere e l’enorme onore di prendere parte, non unicamente dal punto di vista storico (abbiamo, infatti, avuto modo di rammentare alcune reminiscenze in tale ambito del nostro periodo studentesco), ma che ci ha fornito la possibilità di scoprire nuovi lati, nuove problematiche, che non conoscevamo, arricchendoci, non solo a tal proposito, ma anche dal punto di vista culturale e formativo. Situazioni, quelle inerenti al colonialismo, e più in generale quelle relative all’ambito storiografico, che ci hanno dato indubbiamente l’occasione di riflettere e che, certamente, dovrebbero essere trattate maggiormente in più sedi, in quanto, a parer nostro, solo un individuo, un popolo, che conosce bene la propria storia sa chi è veramente nel profondo. Circostanze, quelle relative all’età coloniale, che speriamo diano, inoltre, alle persone l’insegnamento di non ripetere più gli errori fatti (con volontà o meno) nel passato, ma anzi che consentano di guardare al futuro con fiducia e speranza. 

  Desideriamo ora riportare un’intervista a noi rilasciata appena conclusasi la presentazione del libro in oggetto. In merito alla prima domanda abbiamo voluto chiedere ai docenti quali fossero le ragioni della scelta riguardanti il periodo storico. L’illustre Prof Pes afferma che: "L’idea nasce dalla necessità di raccogliere le ricerche scientifiche e di trasformarle -afferma l’illustre Prof Pes- in un libro che però potesse uscire dagli ambiti accademici e poter dialogare con la società civile. Unire il periodo liberale a quello fascista e poi a quello repubblicano -continua il docente- ci è servito per dare uno sguardo più profondo sulla storia del colonialismo italiano, che non spezzettasse quella storia in tre fasi, ma che l’unisse in maniera non sempre lineare, ma continua dall’inizio fino ai nostri giorni." Come ulteriore quesito abbiamo voluto avere maggiori delucidazioni riguardanti non solo questa tematica in senso stretto, ma anche che lo riportassero a situazioni odierne o del recente passato.

  "I legami sono tanti- prosegue la Prof.ssa Deplano- il colonialismo ha influenzato il modo con cui i governi repubblicani hanno costruito le relazioni con le ex colonie senza mettere in dubbio di aver creato dei danni a questi luoghi, ma soprattutto- ribadisce la docente- il modo con cui l’Italia ha raccontato il proprio passato e si è confrontata anche con le persone che vengono da quei paesi, non considerandoli parte della nazione italiana. Non permettendo a queste persone di diventare cittadini del Belpaese, concependo l’appartenenza all’Italia, in una maniera molto ristretta, ad esempio mettendo in discussione che si possa essere italiani e di colore." Successivamente, i legami si vedono nel modo in cui si è raccontata la nazione italiana, quindi la popolazione italiana che è stata raccontata come una nazione di bravi colonizzatori, di persone che non hanno commesso crimini. All'ultimo quesito, abbiamo chiesto se ci fossero alcuni personaggi della storia italiana (oltre a Italo Balbo e al Generale Badoglio) che hanno voluto mettere in particolare rilievo nel libro.

  "Il Generale Rodolfo Graziani per esempio- afferma il Prof Pes- costui, da militare prima in Libia e successivamente in Etiopia durante la guerra di occupazione coloniale, diventandone poi Vicerè, governatore dell’impero dell’Africa Orientale italiana, immediatamente dopo Badoglio. La figura di Graziani è molto significativa- conclude il Prof Pes- è il trait d'union tra la Libia e l’Africa orientale italiana, che sono le aree di espansione del colonialismo italiano, rappresenta una figura molto conflittuale perché nell’età della Repubblica a Graziani verranno imputati alcuni crimini di guerra. Egli sarà, infatti, governatore dell’Africa Orientale quando avverrà il massacro di Addis Abeba e successivamente quello di Debra Libanos e rappresenterà la figura istituzionale, dalla quale passerà l’ordine di quel massacro. Una situazione per la quale Graziani non dovrà rendere conto alla giustizia. In seguito, negli anni '10 del duemila, a Graziani verrà intitolato un sacrario ad Affile, uno degli episodi che ha creato negli ultimi dieci anni più polemiche sulla questione coloniale."

Cultura

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