Lunedì 8 luglio la Sardegna ha vissuto un’altra giornata da bollino rosso. Ventotto incendi hanno divorato campagne, pascoli e macchie boscate da nord a sud dell’isola. Undici di questi roghi hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei della flotta regionale: quando il fuoco corre veloce, l’acqua dal cielo diventa l’unica speranza.
A La Maddalena è scoppiato un incendio di interfaccia — quel tipo di rogo che avanza pericolosamente tra case e vegetazione — costringendo le autorità a evacuare alcune abitazioni. Sul posto hanno operato senza sosta il Super Puma decollato da Alà dei Sardi, un Canadair arrivato da Olbia e le squadre a terra. Le fiamme, spente solo in serata, hanno messo in ginocchio la periferia dell’isola.
Non meno preoccupante la situazione a Erula, dove il fuoco ha costretto a intervenire cinque squadre di Forestas, barracelli e vigili del fuoco. A Ozieri, località Isteddula, il rogo ha mandato in fumo dieci ettari di pascolo alberato, nonostante gli sforzi con elicotteri e squadre a terra.
Incendi anche nei pressi dell’aeroporto di Olbia, a Osini sulla statale 125 e a Esporlatu, dove le fiamme hanno colpito sughere, roverelle e cespugli. Qui hanno dovuto volare anche due Canadair e un altro Super Puma.
Il fuoco non ha risparmiato nemmeno il sud: a Selargius e Las Plassas le operazioni sono ancora in corso, con elicotteri, Canadair e squadre di volontari impegnate a contenere danni peggiori.
A Decimoputzu, Ussana e Bono la battaglia con le fiamme si è conclusa solo nel tardo pomeriggio. A Bono, in località Bicoleddu, sono andati in fumo circa due ettari di pascolo alberato.
Il conto finale? Ettari bruciati, animali spaventati e un patrimonio ambientale che si sgretola a ogni folata di vento.
Il Corpo forestale, coordinato dai D.O.S. (Direttori delle operazioni di spegnimento), ha fatto quello che poteva. Ma quando si parla di Sardegna e incendi, la sensazione è sempre la stessa: una lotta impari, dove la natura — e spesso la mano dell’uomo — gioca sporco.
Le operazioni continuano, e il bollettino delle 18:30 racconterà il resto. Ma intanto, sull’isola, il fuoco non aspetta permessi e ordinanze: avanza, e non chiede scusa.