Martedì 12 e Mercoledì 13 Settembre, gli appassionati d'arte e di filosofia avranno l'opportunità di immergersi in un evento unico: il secondo appuntamento del Laboratorio di Filosofia dell’Arte. Si tratta di un'occasione imperdibile per coloro che desiderano esplorare le complesse intersezioni tra la realtà e le sue rappresentazioni artistiche.
Il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione aprirà le porte dell'Aula I, in via Zanfarino 62, 2° piano, ma non temete: per chi non potrà esserci di persona, sarà possibile collegarsi da remoto attraverso Teams.
La tematica, "Abitare il reale - Le dimensioni dell’arte", non è solo affascinante, ma anche estremamente pertinente in un'epoca in cui l'arte è in continua evoluzione e ricerca di significati. L'evento vedrà la partecipazione di eminenti esperti del settore, provenienti dalle più rinomate università italiane. Un mix di conoscenza e passione che promette di arricchire e ispirare chiunque vi prenda parte.
L'invito è aperto a tutti: studenti, docenti, operatori nel campo artistico e semplici curiosi. Incentivare il dialogo, stimolare la curiosità e promuovere la formazione sono gli obiettivi principali di queste due mattinate, gestite con competenza e passione.
Chiudiamo con alcune riflessioni filosofiche sul tema dell'arte tratte dal pensiero di Jacques Derrida, uno dei maggiori filosofi contemporanei. Derrida sosteneva che parliamo di bellezza quando siamo di fronte a qualcosa che è simultaneamente desiderabile e inaccessibile. L'arte, in effetti, ci parla, ci chiama e ci rivela la sua inaccessibilità. Questa natura sfuggente dell'arte è ciò che la rende così affascinante e profonda; nonostante il nostro incessante desiderio di comprenderla e assimilarla, l'opera d'arte ci dice con fermezza: "Tu non mi consumerai!"
Il filosofo tocca anche i rapporti tra il visibile e l'invisibile. Nel suo testo "Memorie di cieco", Derrida suggerisce che il pittore o il disegnatore "è cieco". La loro opera, nella sua creazione, ha elementi di accecamento, suggerendo che le arti del visibile sono, in realtà, creazioni di chi non vede nel senso tradizionale del termine. Questo concetto di "cieco" porta a considerare l'arte non solo come rappresentazione, ma come spaziatura e testo, rivelando così ulteriori strati di significato e interpretazione.
Alla luce di queste riflessioni, l'iniziativa del Laboratorio di Filosofia dell’Arte assume un valore ancora più profondo. Invita i partecipanti a navigare tra il visibile e l'invisibile, tra la comprensione e l'accecamento, in un "gioioso lavoro di lutto" come Derrida descriveva la bellezza. Ecco perché è un appuntamento da non perdere per chiunque desideri esplorare le infinite dimensioni dell'arte.
Condividete l'evento e fate parte di questa straordinaria iniziativa!