Lo studio guidato dall'INAF conferma l'esistenza di un disco di accrescimento attorno a Cepheus A HW2, una protostella sedici volte più massiccia del Sole, risolvendo un dibattito decennale sulla formazione delle stelle giganti.
Un team internazionale di astronomi, guidato da Alberto Sanna dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) di Cagliari, ha osservato per la prima volta con dettagli senza precedenti un disco di accrescimento attorno a Cepheus A HW2, una protostella massiccia situata a circa 2300 anni luce dalla Terra. La scoperta, pubblicata sulla rivista Astronomy & Astrophysics, fornisce una prova diretta che anche le stelle più massicce possono formarsi attraverso dischi di accrescimento, analogamente a quanto avviene per le stelle di massa inferiore.?
Utilizzando il radiotelescopio Jansky Very Large Array (VLA) negli Stati Uniti, i ricercatori hanno mappato un disco di ammoniaca calda (NH3) che si estende tra 200 e 700 unità astronomiche (au) attorno a HW2. Il gas all'interno del disco mostra movimenti di infall e rotazione, con un tasso di accrescimento stimato di circa 2 × 10?³ masse solari all'anno, equivalente a due masse di Giove per anno. Questo tasso di accrescimento è tra i più alti mai osservati e indica che il disco è ancora efficiente nel convogliare grandi quantità di materia verso la giovane stella, nonostante la sua massa già considerevole di 16 masse solari.?
"Le nostre osservazioni forniscono una prova diretta che anche stelle massicce possono formarsi attraverso un disco di accrescimento fino a decine di masse solari," afferma Alberto Sanna, primo autore dello studio. "HW2 è la seconda stella giovane e massiccia più vicina alla Terra e, da decenni, costituisce un laboratorio privilegiato per mettere alla prova le attuali teorie sulla formazione stellare."?
Le osservazioni sono state supportate da simulazioni di laboratorio condotte da André Oliva dell'Università e Space Research Center della Costa Rica, che hanno permesso di riprodurre le dinamiche del gas attorno alla protostella. Lo studio ha coinvolto anche altri istituti di ricerca, tra cui gli osservatori INAF di Arcetri, Bologna e Napoli, e ha beneficiato della collaborazione di ricercatori provenienti da Stati Uniti, Europa e Sud America.?
Questa scoperta non solo migliora la nostra comprensione dei processi di formazione delle stelle massicce, ma ha anche implicazioni più ampie sull'evoluzione galattica e sull'arricchimento chimico dell'universo. Le stelle massicce, infatti, durante la loro vita e in particolare nella fase finale, disseminano le galassie di elementi pesanti e molecole complesse, contribuendo alla formazione di nuovi sistemi stellari e planetari.?
Per ulteriori dettagli, è possibile consultare l'articolo completo: Gas infall via accretion disk feeding Cepheus A HW2.