Cagliari. Finalmente un indicatore economico positivo per la Sardegna. È quello che riguarda il valore aggiunto. L'Isola fa meglio di tutti in Italia. Più 3,74% rispetto alla media di 2,14. E guarda caso la forza motore è data da Turismo e Agricoltura. Sul turismo non potevano esserci dubbi. Sorprende il bistrattato comparto della produttività delle campagne. Sorprende perché il mondo agro-pastorale lamenta giustamente di essere un peso per la macchina regionale. La burocrazia affligge le aziende, l'apparato amministrativo della Ras ha occhi per gli industriali del settore più che per i piccoli operatori. Che pure sono migliaia ed esprimono prodotti nutrizionalmemente di pregio assoluto. Dal latte (con formaggi che danno punti a quelli francesi) alle espressioni ortofrutticole. Il tutto mentre nei supermercati troviamo gli agrumi egiziani e spagnoli, l'uva del Sud Africa, ortaggi indiani. Segno che le catene commerciali preferiscono i mercati produttivi esteri. Magari più convenienti di qualche centesimo ma di qualità assolutamente scadente in moltissimi casi. Su questo fronte c'è molto da fare. Da parte dei nostri produttori ma anche delle attività commerciali. E qui la Regione deve avere un ruolo di pressione che oggi manca. Stimolando l'accesso ai prodotti sardi. L'Agricoltura deve avere maggiore risposta dalla Regione Sardegna, che invece come ben sappiamo ha maggiore attenzione verso i grandi capitali dell'industria. Magari chimica. Che offrono buste paga in gran numero ma guasti ambientali enormi e disastri alla salute infiniti per le popolazioni. Turismo e Agricoltura devono essere i nostri gioielli. Mario Guerrini.