Arriva dal profondo del cielo e porta con sé più domande che certezze. La cometa SWAN25B, battezzata così dalla fotocamera SWAN in grado di mappare l’idrogeno nel vento solare, ha raggiunto nei giorni scorsi il punto più vicino al Sole. Una fase delicata, che gli astronomi chiamano post-perielio: il momento in cui il nucleo, riscaldato dalla nostra stella, può esplodere di attività e dare vita a code spettacolari.
Una fotografia scattata il 12 settembre dall’Australia meridionale mostra infatti una scia luminosa, quasi un pennacchio celeste, segno che la cometa ha reagito al calore solare. I dati preliminari indicano che il massimo avvicinamento è già stato superato. Ora lo sguardo si sposta su ottobre, quando l’orbita potrebbe condurla a incrociare le vicinanze della Terra.
Qui, però, il racconto scientifico si fa incerto. La visibilità resta un’incognita. SWAN25B potrebbe divenire un astro capace di solcare i nostri cieli con una coda brillante, oppure sbriciolarsi proprio nel momento in cui ci si aspetta lo spettacolo. Il destino delle comete è fragile: basta un collasso del nucleo per spegnerle senza preavviso.
Per ora resta la suggestione di un corpo celeste che sfida la sorte, a metà strada fra la gloria di diventare la protagonista delle notti d’autunno e la fine silenziosa nello spazio.