Cagliari. Una Società senza classe dirigente è una Società destinata alla sottomissione. È il destino inequivocabile della Sardegna. Non ci sono leader che illuminino il cammino con il pensiero e la dottrina. Ma solo individui pronti a tutto per arrivismo personale. Lo scadimento è generale. La poltrona è il fine assoluto. Semplicemente per i suoi vantaggi. Come dimostrano le vicende dei più importanti partiti per forza elettorale. A destra come a sinistra. Nel Pd non comandano le idee, le filosofie costruttrici e innovative, rivolte al futuro e alla ricerca di prosperità per la comunità. I leader, Antonello Cabras e Paolo Fadda, sono due strateghi del potere. Che non fanno neanche più politica. Però esercitano la loro funzione di capicorrente per la supremazia nello scenario politico, economico e finanziario.
A destra il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia, il deputato Francesco Mura, ha pensato al suo domani mettendo in cassaforte un posto da Assistente Tecnico Geometra nella Azienda sanitaria pubblica. Pur essendo in pieno mandato parlamentare. Nel Psd'Az, nonostante i mille disastri, nonostante le mille disfatte, i due padri-padrone Christian Solinas e Antonio Moro restano incollati alla segreteria ed alla presidenza. Senza quelle poltrone il loro ruolo politico sarebbe uguale a zero. Per questo non dobbiamo poi meravigliarci se nel campionario di presenze in Consiglio Regionale ci possa essere chi addirittura finisce in galera.
Come recentemente accaduto. Mentre nelle inchieste penali la lista di politici e dirigenti di apparato, presunti conniventi, è lunga quanto quella di un ufficio di collocamento al lavoro di un tempo. E siccome non c'è classe dirigente, ecco che la colonizzazione politica ha facile gioco. Ed ecco perché chi alla fine è "costretto" a lasciare una poltrona di partito, perché incompatibile con il ruolo istituzionale, si lascia scappare una lacrimuccia. È il disappunto emotivo, forse proprio per i benefici perduti. Mario Guerrini.