Alessandra Todde non accetta il ritratto della Sardegna come “isola dove tutto va male”. La presidente della Regione rivendica i primi 17 mesi di governo e invita a guardare ai fatti.
«La Sardegna viene ancora dipinta come un’isola dove 'tutto va male' e 'nulla funziona'. Anche con dati che risalgono ai primi mesi dell’anno e non tengono conto degli ultimi sei. Ho sempre fatto della trasparenza e della lealtà verso i cittadini il mio punto di forza. Non ho mai venduto soluzioni facili, né ho mai affermato che avremmo risolto tutto in poco tempo. Fin dal primo giorno di campagna elettorale ho detto chiaramente che per ricostruire dalle macerie in cui la Sardegna è stata lasciata da chi, per anni, ha anteposto il proprio interesse a quello della collettività, sarebbero serviti tempo e sacrifici. Questo è il nuovo patto di responsabilità che ho stretto con i cittadini» dichiara.
Il discorso diventa personale: «Comprendo, da sarda che vive e lavora qui, quanto sia difficile accettare che per cambiare le cose ci voglia tempo. Capisco, da cittadina, quanto sia ingiusto dover aspettare mesi per una risonanza, una TAC o un controllo. E mi arrabbio moltissimo, da presidente, quando leggo che tanti miei concittadini sono obbligati a partire per potersi curare. So bene quanto sia più semplice puntare il dito e urlare piuttosto che comprendere, lavorare insieme per il cambiamento e avere fiducia. Ma io, da presidente della Regione, devo andare avanti, perché su di me e la mia Giunta grava la responsabilità di governo e, soprattutto, il benessere dei sardi e delle sarde. Spesso mi fermate quando faccio la spesa, quando cammino per le città o quando mi vedete mangiare un panino in pausa pranzo. Mi incoraggiate ad andare avanti e a stravolgere tutto».
Poi l’elenco dei risultati: «Abbiamo riattivato reparti fondamentali in presidi ospedalieri chiave come l’ortopedia a Iglesias e la senologia chirurgica a Nuoro. Abbiamo costituito la rete oncologica regionale, con protocolli uniformi e l’accesso a terapie innovative disponibili oggi a Cagliari come in pochissimi centri in Italia. Abbiamo attivato le procedure per l'istituzione del Registro Tumori in Sardegna. Abbiamo avviato l’Hub del farmaco per garantire acquisti centralizzati e distribuzione equa in tutta l’isola. Abbiamo completato la sperimentazione di telemedicina e telediagnosi, in questo siamo una delle regioni all’avanguardia in Italia. Abbiamo avviato la presa in carico territoriale dei pazienti cronici: si parte con i malati di diabete e a seguire con i cardiopatici e i pazienti affetti da broncopneumopatie. Abbiamo avviato il percorso per l’Ospedale dei Bambini, che potrà diventare un punto di riferimento nazionale anche nella ricerca e puntare a ottenere il riconoscimento come IRCCS. Abbiamo rilanciato i laboratori di ricerca traslazionale, con progetti innovativi come il sequenziamento del genoma della popolazione sarda presso il Parco di Pula. Abbiamo approvato una legge di riorganizzazione perché era necessario ripartire, mettere ordine, approvare i piani aziendali e rilanciare l’azione sui territori. Siamo tra le sei regioni (Sardegna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Provincia autonoma di Bolzano, Lombardia ed Emilia-Romagna) che hanno adeguato i tariffari per le nuove cure essenziali garantite dal SSN (Lea) rimborsati alle amministrazioni locali, aumentandoli ai livelli di mercato, mentre tutto il centro-sud Italia non è intervenuto sulle tariffe o perché sotto piano di rientro o per indisponibilità di risorse. Questo significa avere cure più accessibili ai cittadini».
Sul nodo cruciale delle liste d’attesa: «Abbiamo messo le basi per il CUP unico regionale, per rendere più semplice e trasparente l’accesso ai servizi e per l’abbattimento delle liste d’attesa. Le nuove procedure comprenderanno: attivazione del sistema di liste dinamiche – chi salta una visita libera automaticamente il posto ad altri –; promemoria via SMS ed e-mail per evitare assenze ingiustificate; penalità per chi non si presenta: basta appuntamenti bruciati. Sono previsti slot riservati, overbooking controllato, orari estesi e apertura straordinaria degli ospedali, oltre a una trasparenza totale delle agende ambulatoriali. La gara per il nuovo CUP unico regionale è in corso e prevediamo l’attuazione entro 6 mesi».
Todde ricorda anche il lavoro sui conti pubblici e sul sociale: «Abbiamo chiuso i conti del 2022 bloccati da anni e approvato i bilanci preventivi 2024–2026. Nuove linee guida per i centri antiviolenza: accreditamento snellito, maggiore accesso ai contributi, più supporto psicologico e giuridico per le donne».
La conclusione è un invito alla fiducia: «Va tutto bene? Certo che no. Sappiamo che i problemi sono ancora tanti, ma la direzione è chiara: passo dopo passo, la sanità sarda sta cambiando. Non con slogan ma con tanta fatica e fatti. E i fatti ci dicono che con lavoro, coraggio e fiducia possiamo restituire ai cittadini i servizi che meritano».