L’Europa tra il riarmo e l’illusione della pace: quando il futuro si impone con la forza

Noi siamo post-storici, abituati a parlare di futuro con l’occhio stanco degli anziani che non sanno più cosa farsene. Viviamo di ironia, di analisi, di indignazione sterile, mentre il mondo cambia con la velocità della storia che si ripete, ma senza che ce ne accorgiamo. Guardiamo le grandi trasformazioni come spettatori, come i pensionati che si "godono" la tranquillità della quiescenza, senza rendersi conto che quella tranquillità è solo un’illusione momentanea. Parliamo di pace mentre il mondo si arma. L’Europa discute di deterrenza mentre finge di credere nella diplomazia, e l’Italia, culla della Costituzione che “ripudia la guerra”, si prepara a raddoppiare il budget militare per stare al passo con un'Unione che ha scelto la strada del riarmo. Gli Stati si accorgono solo ora che non si può stare fuori dalla storia. Chi non si prepara al conflitto, lo subisce. La petizione lanciata da Mauro Pili contro il riarmo dell’UE è la perfetta fotografia di una parte dell’Europa che non ha ancora capito in che epoca vive. Pili parla di "un folle piano di morte", di miliardi sottratti alla sanità e alla scuola per comprare armi che nessuno sa come userà. Eppure, il problema non è il riarmo in sé, ma la falsa neutralità con cui l’Europa si è raccontata per decenni.

Abbiamo creduto che fosse sufficiente una moneta comune e qualche trattato per costruire un'identità condivisa. Ma non si costruisce una nazione senza conflitti, senza crisi, senza una vera scelta di campo. Gli Stati Uniti nel XIX secolo hanno assorbito i territori messicani con la forza, hanno affrontato rivolte e resistenze, e solo dopo generazioni di assimilazione forzata è nato un vero americanismo anche tra i latini trapiantati. L’Europa, invece, non ha mai avuto il coraggio di imporsi. Ha voluto essere una confederazione senza autorità, una potenza senza esercito, un mercato senza cultura comune. Ora si trova davanti a un bivio: armarsi o dissolversi. Eppure, l’indecisione persiste.

Si può parlare di deterrenza senza una coscienza di potenza? Si può costruire un’Europa della difesa se ogni Stato continua a pensare solo alla propria sovranità? Chi oggi si oppone al riarmo in nome della pace dimentica che la pace non è mai stata una condizione naturale, ma una costruzione politica ottenuta con la forza. La deterrenza è sempre stata il linguaggio degli imperi, il mezzo con cui le nazioni hanno garantito la propria esistenza. Pensare che l’Europa possa rimanere al margine di un mondo che si sta riarmando è un errore storico madornale.

Pili e quelli che la pensano come lui non hanno torto nel dire che 800 miliardi di euro sono una cifra enorme, che potrebbero essere investiti in altro. Ma si dimenticano di chiedersi quale sarebbe l’alternativa. Davvero possiamo permetterci di ignorare le tensioni geopolitiche che si accumulano ai confini dell’UE? Davvero possiamo illuderci che non avere un esercito ci salvi dai conflitti? Se l’Europa non decide cosa vuole essere, sarà la storia a deciderlo per lei.

La Sardegna, da sempre laboratorio delle contraddizioni italiane, è il punto esatto in cui questo dibattito si concretizza. Il 65% delle servitù militari italiane si trova sull’isola, che da decenni subisce esercitazioni e test bellici nelle sue coste e nei suoi poligoni. Pili lo sa bene e lo denuncia con forza: "Di questi 800 miliardi di armi, cosa ne farebbero? Le useranno contro la Russia oppure le consumeranno per bombardare, come già fanno, le splendide coste di Teulada, Quirra e Capo Frasca?" La domanda è legittima. Perché l’Italia è sempre stata un territorio di guerra altrui. Abbiamo basi straniere, esercitazioni NATO, servitù militari che hanno devastato il paesaggio senza che i sardi ne abbiano mai tratto alcun vantaggio. Eppure, anche questa è la dimostrazione che la guerra non è qualcosa che si può ignorare. Si può rifiutare, si può contestare, ma non si può far finta che non esista.

Ecco il problema centrale: noi parliamo, gli altri agiscono. Gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, perfino nazioni piccole ma determinate, sanno che la storia è un campo di battaglia in cui chi non prende posizione viene spazzato via. L’Europa, invece, è ancora lì, indecisa, divisa tra chi vorrebbe armarsi e chi pensa di poter rimanere neutrale in un mondo che non lo permette. I giovani non parlano di futuro, lo fanno. Noi, invece, discutiamo, analizziamo, scriviamo petizioni e ci indigniamo online. Viviamo l’età della chiacchiera e dell’ironia, mentre il futuro si costruisce con la volontà e con la forza. Se l’Europa vuole davvero esistere come potenza, deve smettere di essere un progetto astratto e diventare una realtà politica e militare. Se l’Italia vuole contare qualcosa, deve smettere di pensare alla guerra come un evento lontano e assumersi la responsabilità di una difesa autonoma. Ma tutto questo implica scelte, sacrifici, crisi da affrontare, non da rimandare. E noi? Noi continueremo a fare video ironici, a parlare di storia con il distacco di chi non la vive più, a raccontarci che la guerra è un’illusione e che il futuro si risolve con qualche trattativa. Fino a quando il futuro non verrà a prenderci, senza chiedere il permesso.

Attualità

L'osservatorio di Guerrini: Ritorno al medioevo
Cagliari. Ritorno al medioevo. È quello che aveva ideato tal Bastianino Mossa, presidente della Fasi, Federazione delle Associazioni dei Sardi in Italia. Siccome si avvicinavano le elezioni per il rinnovo del suo incarico, tra vedere e non vedere, ha pensato di modificare lo statuto, escludendo dal voto, con una bella regoletta creata ad arte, le d...

L'osservatorio di Guerrini: Il complotto contro Alessandra Todde
Il complotto. Contro la Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde. Alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che afferma che il Collegio di Garanzia elettorale, con l'ordinanza ingiunzione di decadenza, ha esorbitato dai suoi poteri, forse non era una eventualità campata in aria. Considerato che il Collegio di Garanzia elettoral...

L'osservatorio di Guerrini: La Presidente della Regione Sardegna, la 5Stelle Alessandra Todde, resta saldamente in carica.  Non poteva essere dichiarata decaduta
La Presidente della Regione Sardegna, la 5Stelle Alessandra Todde, resta saldamente in carica. Non poteva essere dichiarata decaduta. Lo dice la Corte Costituzionale, cioè il massimo organo giuridico dello Stato. La sentenza è di poco fa. La Consulta, in termini estremamente chiari, afferma che l'atto di decadenza emesso dal Collegio di Garanzia E...

L'osservatorio di Guerrini: Nominato per 5 anni quale amministratore unico di Forestas
Cagliari. Nominato per 5 anni quale amministratore unico di Forestas, con compenso annuale di circa 140 mila euro. Peccato però che il dottor Salvatore Piras, dopo la soddisfazione per l'incarico, stia ora sudando freddo. Nei suoi confronti infatti incombe la eventualità che tutto possa essere annullato. Almeno secondo una circostanziata segnalazio...

L'osservatorio di Guerrini: Luigi De Magistris
Luigi De Magistris. Pm napoletano di tante inchieste che hanno fatto rumore. Sindaco di Napoli per dieci anni. Parlamentare. Ormai con lo sguardo verso la politica. È in Sardegna, invitato da Giuseppe Manias della Biblioteca Gramsciana di Ales. De Magistris parlerà del suo libro Poteri Occulti, un viaggio tra i misteri e gli intrighi della Repubbli...

L'osservatorio di Guerrini: Che succede alla ex raffineria Saras dei Moratti di Sarroch?
Cagliari. Che succede alla ex raffineria Saras dei Moratti di Sarroch? Da diversi giorni gli abitanti locali distanti anche molti km lamentano forti e sgradevoli odori dagli impianti. È necessario rimanere nelle case con le finestre chiuse. Tanto l'aria è irrespirabile. Una situazione che sta portando alla mobilitazione di cittadini e associazion...

L'osservatorio di Guerrini: Quando volano gli stracci
Cagliari. Quando volano gli stracci. Tra i leghisti, duri e puri. I protagonisti sono Marianna Mameli, consigliera di maggioranza nel Comune di Selargius (cintura cagliaritana) e Giuseppe Pili, già consulente dell'assessore regionale Pier Luigi Saiu. Se le sono date sul ring di Facebook in perfetto dialetto etnico. Un lunghissimo scambio di complim...

L'osservatorio di Guerrini: Gli abitanti di Gaza
I gazawi. Gli abitanti di Gaza. Nutro per loro un grande affetto. Rappresentano una indicibile umanità di sofferenza. Che purtroppo non è l'unica in questo mondo infame. Donne, bambini, ragazzi, uomini, padri, madri, figli. All'annuncio del cessate il fuoco, in centinaia di magliaia, repentinamente, hanno fatto marcia indietro. Per tornare alle cas...

L'osservatorio di Guerrini: Gavino Mariotti
Gavino Mariotti. Per l'università di Sassari è "Magnifico". In quanto Rettore. Per la Procura di Cagliari sarebbe anche un vertice mafioso di una organizzazione criminale composta da colletti bianchi ed esponenti della criminalità sarda. Tra i quali alcuni soggetti legati alla ormai arrugginita Anonima Sequestri. Mariotti è protagonista, in queste ...

L'osservatorio di Guerrini: Domenico Bagalà
Domenico Bagalà. L'ingegnere calabrese trapiantato a Cagliari e recentemente nominato dal ministro Salvini Commissario Straordinario dell'Autorità Portuale della Sardegna. Ieri è stato tirato in ballo dal quotidiano "Domani" per presunta vicinanza al clan mafioso dei Piromalli di Gioia Tauro. La notizia, che se fondata rappresenterebbe uno scandalo...