Regione Sardegna. Se la svolta politica è mantenere in carica, in molti casi, le risorse umane del nefasto quinquennio sardista-salviniano. Quelle stesse pedine del potere che hanno mostrato totale sudditanza al Governatore dello scellerato patto tra i 4 Mori e i colonizzatori lumbard del Carroccio. Semplicemente per opportunità di carrierismo. In un momento in cui bastava asservirsi al nuovo padrone della Ras per scalare le gerarchie amministrative. Con servilismo senza freni. A tal punto che pur di ottenere le grazie del nuovo inquilino di Villa Devoto si è persino finiti nelle reti dei Pm. Come le inchieste della Procura cagliaritana hanno evidenziato. Con decine di funzionari e dirigenti iscritti nei fascicoli penali. A cominciare dal super manager Massimo Temussi. Accompagnato da tante piccole figure dei corridoi di Viale Trento. La cosa stupefacente è che, pure chi è inquisito, con la "nuova" maggioranza di Governo regionale ha trovato collocazione di vertice in realtà cruciali dell'amministrazione. E questa filosofia procede tuttora nella scelta dei responsabili degli Enti. Anche in questo caso fondamentali per le problematiche che loro competono. Ma è questa la strada da percorrere per la svolta che i sardi auspicavano votando il Campo Largo? Salvo sfumature inevitabili, la sostanza che emerge sembra essere proprio questa. Al di là di un ufficio di propaganda che funziona come un piccolo Minculpop. Se non si fa chiarezza neanche su certi manager con ombre mafiose, come denunciato da organi di informazione nazionali ripresi doverosamente dal Mio Osservatorio, e solo dal Mio Osservatorio, significa che allora niente, nella sostanza, sia mutato. Se la sanità, dopo venti mesi, rimane nello stato comatoso che le cronache quotidianamente ci raccontano, allora vuole dire che la speranza del cambiamento è una utopia. Mario Guerrini.