Racconto domenicale. Ho vissuto i tempi bui degli anni di piombo. Quando le Brigate Rosse uccidevano uomini che rappresentavano, nella loro folle e criminale visione, simboli da abbattere. Nel 1977 a Torino colpirono il giornalista Carlo Casalegno, che morì dopo 13 giorni in ospedale. A Milano una formazione parallela delle Br, la Brigata 28 marzo, uccise Walter Tobagi, giovane reporter del Corriere della sera. Era il 1980. Sia Casalegno che Tobagi si occupavano di terrorismo. I giornalisti erano diventati bersaglio dei terroristi. L'altro giorno, durante lo sciopero nazionale, un centinaio di attivisti del corteo ProPal a Torino ha assaltato la redazione della Stampa, mettendola a soqquadro. Al grido: "giornalista, sei il primo della lista". Hanno agito per protestare a favore di un imam islamista che le autorità vogliono espellere dell'Italia. È tornata la violenza del linguaggio brigatista. Con l'allusione alla lista dei "cattivi". Il segnale è terribilmente pericoloso. Intimidire gli organi di informazione è allarmante. I giornalisti sono già nel mirino del potere attraverso le querele temerarie per diffamazione. Che siano anche i violenti delle manifestazioni di piazza a colpirli deve essere considerata una azione eversiva che va stroncata sul nascere. "Giornalista, sei il primo della lista" è un monito contro la democrazia. Buona domenica. Mario Guerrini.