Ilaria Salis e l’immunità: quando la politica diventa il rifugio dei furbi

  Siamo alle solite. Ilaria Salis, eurodeputata dell'Alleanza Verdi e Sinistra, sembra aver trovato nel Parlamento Europeo il posto ideale per dribblare la giustizia e consolidare il suo personalissimo fortino. Eletta tra squilli di tromba e retorica anti-establishment, la Salis non perde occasione per dimostrare che i privilegi della politica non le fanno affatto schifo, anzi, li usa con destrezza. Dopo aver ottenuto l’immunità parlamentare e scansato un processo in Ungheria per l'aggressione a due militanti di estrema destra, la nostra intrepida eurodeputata ha alzato l’asticella. Ora si batte per evitare l’estradizione di Rexhino "Gino" Abazaj, un amico albanese attualmente detenuto in Francia. Non è difficile immaginare che il fervore con cui difende Abazaj abbia poco a che fare con la giustizia e molto con il proprio tornaconto: se il suo compare finisse nelle mani degli ungheresi, potrebbero aprirsi spiragli pericolosi anche per lei. Ma non basta. 

  La Salis è riuscita a infilarsi in un’altra perla politica: difendere gli occupanti abusivi delle case al Giambellino, a Milano, accusando la magistratura di aver trasformato “una comunità solidale in una pericolosa associazione a delinquere”. Un’affermazione che suona come una provocazione, ma che in realtà è solo un goffo tentativo di ribaltare la realtà. E ora, la richiesta di revoca della sua immunità da parte dell’Ungheria mette il Parlamento Europeo di fronte a una scelta: continuare a proteggere un deputato che usa la carica come scudo, o permettere che la giustizia faccia finalmente il suo corso. La risposta non dovrebbe nemmeno essere oggetto di discussione, ma in un’Europa dove le burocrazie si nutrono di compromessi, il dubbio resta. Ilaria Salis è l’ennesima dimostrazione che la politica, troppo spesso, non è il terreno dei meritevoli ma il rifugio dei furbi. E mentre lei si trincera dietro parole altisonanti e la sacrosanta immunità, i cittadini europei guardano sgomenti. Perché alla fine, l’unica immunità che davvero sembra contare è quella dall'onestà.

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