Alghero non si arrende. Dopo lo sfogo del sindaco Raimondo Cacciotto, che ha definito «scandaloso» lo scippo del Rally Italia Sardegna a favore della Capitale, e dopo l’appello del consigliere Christian Mulas contro un «tentativo di scippo» che tratterebbe la Sardegna come «una Cenerentola», arriva la voce dell’assessore al Demanio, Finanze e Programmazione, Enrico Daga.
In un post affidato a Facebook, Daga mette da parte il lamento e sceglie la strada del rilancio: «WRC: cambiano gli scenari e una città matura reagisce. Negli ultimi mesi si è fatta strada un’ipotesi concreta: dal 2026 il Rally d’Italia potrebbe correre a Roma per scelte che non dipendono da noi. La Sardegna ha alzato la guardia e il confronto è aperto. Sono fatti, non opinioni. Mentre non ci sottraiamo alla battaglia però, abbiamo, parallelamente, scelto il metodo delle soluzioni».
Il riferimento è a un nuovo progetto già messo nero su bianco: «Abbiamo aperto il calendario e abbiamo fissato una data simbolica: il 7 giugno (ricordate? Il giorno del Rally). Con un atto chiaro IRONMAN, con un primo contratto triennale, farà di Alghero la capitale mediterranea del triathlon».
Niente promesse vaghe, assicura l’assessore: «Non uno slogan: è tutto misurabile. Avremo una platea di 2.500–3.000 atleti con familiari e amici in ogni edizione, e un indotto stimato tra 8 e 10 milioni di euro, con decine di migliaia di presenze sull’intero ecosistema dell’accoglienza territoriale».
Il messaggio è chiaro: non subire, ma governare i processi. «Sarà sport, turismo, identità. WRC ed eventi endurance non si escludono: si sommano. Il WRC ha fatto crescere la nostra reputazione internazionale; il triathlon ne estende la stagione, attiva nuove filiere e parla alle comunità sportive globali. Questa sinergia è frutto di una regia amministrativa che lavora con costanza, tutela i grandi eventi e li mette al servizio della città, da subito».
Poi la chiosa, con tono quasi da manifesto politico: «Come ho detto Alghero non rincorre, anticipa. Niente è lasciato al caso: c’è una visione, una squadra e una metodologia. Ogni volta che il tavolo internazionale cambia, noi rispondiamo con un progetto in più, una data certa in più, un’opportunità in più per imprese, famiglie, lavoro. È così che si difende un brand territoriale: portando a casa gli eventi, e difendendoli».
Mentre la battaglia per il Rally Mondiale resta aperta, la città prova così a scrivere un’altra pagina di sport e turismo. Con il pallino fisso di non restare spettatrice.