Sardegna, approvata la legge sul fine vita: “Una svolta di civiltà”

La Sardegna diventa la seconda regione italiana, dopo la Toscana, ad approvare la legge “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito. Una norma che definisce tempi e procedure certe per chi, malato senza speranza di guarigione, chiede di porre fine alla propria vita in modo dignitoso.

La voce in Aula è stata quella dell’onorevole Valdo Di Nolfo, tra i promotori: «Oggi la Sardegna scrive una pagina di civiltà che resterà nella storia della nostra Regione e del Paese. Con l’approvazione della legge sul fine vita restituiamo dignità, libertà ed equità a chi vive situazioni di sofferenza insostenibile, colmando un vuoto normativo che lo Stato continua a lasciare aperto».

Una scelta che nasce dall’urgenza. «Al momento non esiste nel nostro ordinamento alcun diritto esplicito a porre fine in modo volontario e dignitoso alla propria vita – ha ricordato Di Nolfo –; al contrario, chi asseconda la volontà di un malato rischia di doverne rispondere penalmente. Non si può più tollerare che certi diritti, soprattutto quelli civili, siano effettivi solo per chi si può permettere lunghi e costosi viaggi all’estero. Abbiamo il dovere di garantire dignità e libertà di scelta anche a chi non ha risorse economiche».

La Sardegna conosce bene il peso della sofferenza: qui l’incidenza della SLA è tra le più alte al mondo. «Quando non esistono cure, allora scegliere di anticipare la propria morte, senza sofferenza e con dignità, diventa un diritto», ha insistito Di Nolfo.

Fuori dal Palazzo, l’Associazione Luca Coscioni rivendica con forza la vittoria di una battaglia che non è mai stata neutrale: «Siamo grati alle Consigliere e ai Consiglieri della Regione Sardegna per avere approvato la nostra legge ‘Liberi Subito’, che definisce tempi e procedure per l’aiuto medico alla morte volontaria. La Sardegna è così la seconda Regione, dopo la Toscana, a dotarsi di questa legge di civiltà», dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato.

La norma recepisce la sentenza Cappato-Antoniani della Corte costituzionale: entro 20 giorni una commissione multidisciplinare dovrà verificare i requisiti clinici, con il parere del comitato etico; entro altri 7 giorni la Regione dovrà garantire il supporto tecnico e farmacologico necessario. Il tutto in un massimo di 30 giorni dalla richiesta. Non più mesi o anni di attesa, non più malati lasciati a marcire tra burocrazie e silenzi.

Di Nolfo ha voluto dedicare l’approvazione a chi questa possibilità non l’ha avuta: «Dedico questa legge alla memoria di Giovanni Nuvoli e di tutte le persone che hanno vissuto la sofferenza di non poter scegliere, morendo di fame e di stenti. È a loro, e alle loro famiglie, che oggi restituiamo dignità e libertà».

La legge non placa lo scontro culturale. Ci sono state resistenze, anche in Aula. Ma resta un fatto: in Sardegna, da oggi, chi soffre senza via d’uscita avrà almeno la possibilità di decidere. E questo, nel 2025, è già un atto rivoluzionario.

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