È la solita partita della “medaglietta”. Ogni volta che si posa la prima pietra o si inaugura un cantiere, la politica si divide: chi rivendica di averlo programmato, chi si dice fiero della continuità amministrativa, chi lascia intendere che l’altro raccoglie i frutti già maturi. E intanto, sullo sfondo, i cittadini aspettano che le opere si completino davvero.
Questa volta tocca all’ospedale Civile di Alghero. «Oggi sono stati aperti anche gli ultimi due cantieri che avevamo programmato nella scorsa legislatura: il nuovo reparto di Oculistica al quarto piano e la ristrutturazione delle sale operatorie del secondo piano», dichiara Michele Pais, oggi consigliere comunale della Lega ieri presidente del consiglio regionale della Sardegna.
Pais insiste sul marchio del centrodestra: «Tutti questi lavori sono stati finanziati e progettati durante il nostro governo regionale e oggi iniziano a vedere la luce dopo il naturale iter di progettazione e autorizzazione. Un grande risultato che si aggiunge a quelli già in corso per il posizionamento della risonanza magnetica di ultimissima generazione».
Non manca il riconoscimento ai tecnici della Asl e al geometra Luciano Sechi, indicati da Pais come esempio di professionalità: «Un lavoro straordinario che merita di essere riconosciuto e che dimostra come, quando c’è una programmazione seria e risorse certe, le opere diventano realtà».
Il pacchetto di lavori non si ferma qui: hall, colonnato esterno, camera mortuaria e persino la nuova palazzina del Distretto in via Manzoni, già finanziata con 5 milioni, fanno parte della lunga lista. «Un grandissimo lavoro di programmazione e finanziamento che è giusto che i cittadini conoscano», aggiunge Pais.
Poi arriva la stoccata alla nuova Giunta regionale: «A distanza di due anni non si conosce traccia di programmazione, neanche un solo euro, se non una pseudo riforma utile solo a sostituire i direttori generali. Ma l’aspetto più grave – attacca – è stata la revoca del finanziamento e della programmazione per la costruzione del nuovo ospedale di Alghero, con l’avvallo passivo del rappresentante territoriale».
Una vecchia trama che si ripete: chi c’era prima rivendica di aver seminato, chi governa ora nega di aver trovato tutto pronto, e i cittadini fanno da spettatori a questo scambio rituale. Con la speranza che almeno, dietro le schermaglie, rimanga un ospedale migliore.