In un clima politico sempre più arroventato dopo la sentenza del Tribunale di Cagliari sulla presidente Alessandra Todde, l’assessora regionale al Lavoro Desirée Manca affila le armi e sferra un attacco frontale al centrodestra. Il tono è bellicoso, le parole taglienti. Un comunicato stampa che lascia poco spazio alla diplomazia e rivendica con forza la legittimità dell’attuale legislatura, nonostante i venti di crisi che spirano da via Roma.
«Gli unici chiodi di cui può parlare il centrodestra sono quelli che hanno utilizzato per cinque anni per tenere ancorate le loro poltrone – afferma Manca – che hanno rischiato innumerevoli volte di volare sotto un ciclone di indagini e scandali. Gli stessi chiodi che per cinque anni hanno crocifisso la Sardegna e i sardi».
Non usa mezzi termini, l’esponente del Movimento 5 Stelle, per descrivere le accuse piovute dalle opposizioni dopo la decisione del tribunale. Parla di «cantilena sulla legislatura interrotta», anzi «mai iniziata», e liquida i commenti della minoranza come «ululati a più voci», evocando perfino il tono farsesco di «chi si fosse fatto rubare un computer portatile dall’auto il giorno prima di una perquisizione».
Nel difendere la linea dell’esecutivo regionale, Manca ribadisce il rispetto per le istituzioni giudiziarie: «Noi rispettiamo sempre e comunque la magistratura anche quando non ne condividiamo le conclusioni, e ci muoviamo per far valere le nostre ragioni con tutti i mezzi che leggi e regolamenti ci mettono a disposizione».
Poi l’affondo definitivo, rivolto sia ai banchi del centrodestra che, con una frecciata che attraversa il Tirreno, ai commentatori nazionali: «Se ne facciano una ragione i colleghi, se ne faccia una ragione chi sentenzia da oltre Tirreno, la legislatura è ancora lunga e la Sardegna non può aspettare».
La chiusura, infine, suona come una condanna politica: «Noi andiamo avanti, senza tentennamenti, con la forza di chi sa che la nostra isola non può essere abbandonata, ancora una volta, alla predazione padana. Continuiamo a lavorare con serietà, impegno, e determinazione. Chi ha lasciato in macerie la Sardegna dovrebbe soltanto tacere».
Parole durissime che accendono ancora di più la miccia nel palazzo e segnano una netta linea di demarcazione tra maggioranza e opposizione. Una cosa è certa: la stagione politica sarda, che sia breve o lunga, si preannuncia rovente.